(S) Dopo gli USA anche la Chiesa è a una svolta? Francesco l’ha già iniziata, dopo di lui non ci potrà essere che un Francesco II, che dovrà necessariamente portarla a termine. Tanto più che non ci sarà nemmeno più un mondo laico legato ai valori culturali e morali dell’occidente, come furono plasmati dal cristianesimo.
(O) Ciò che temi, io spero. Una svolta non sarebbe la prima anzi, non sarà l’ultima. Mentre ne parliamo, siamo rattristati dalla malattia di Papa Francesco, ma questo testo sarà pubblicato quando… non sappiamo cosa sarà accaduto nel frattempo. Tuttavia oso proporvi di parlarne a fondo. Comincio col consentire al tuo assunto, la secolarizzazione della società occidentale è profonda e irreversibile, non ci si potrà più rivolgere ad essa attraverso le mediazioni istituzionali quali la cultura accettata, la scuola, le leggi, i costumi. La stessa “moralità” (dal latino mores, costumi) diventerà così contingente e variabile da illanguidirsi, se non scomparire del tutto.
(C) Con timore e tremore affronto quest’argomento, nei giorni della grave malattia del Papa. Non so se tornando sul soglio pontificio avrà la forza fisica per governare, tanto meno posso immaginare gli intendimenti del successore, ovviamente impronosticabile. Cerco solo di proporvi uno sguardo parziale su quel tanto di svolta che già la Chiesa ha compiuto sotto la Sua guida. Il primo tema: la SINODALITA’. Un tentativo, non una soluzione definita. Vorrebbe che tutti si sentissero coinvolti, a cominciare dai vescovi, per scendere ai sinodi decanali. Rimane difficile definire gli ambiti relativi, i poteri, i compiti. Di fronte al rischio, evidente nello svolgimento del sinodo tedesco, di assunzione di decisioni dottrinali respinte da altri ambiti, nazionali o continentali, l’azione di freno sembra sia venuta non dalla curia vaticana, ma dal Papa stesso.
(S) Io introduco un altro argomento: CINA. Concordati ce ne sono stati parecchi nella storia, non sempre favorevoli come quelli con l’Italia, ma se quello con la Cina dovesse diventare il modello, ci troveremmo di fronte ad una reale sottomissione al potere politico, che potrebbe imporre, dovunque, una cultura dominante cui ogni espressione religiosa dovrebbe conformarsi; lì sinicizzazione, altrove… quello richiesto dal potere contingente. Qualcosa del genere già succede in India. Anche in occidente, a ben vedere, ci viene chiesto qualcosa del genere, adeguarci a i costumi ‘locali’, non più ispirati al cristianesimo, spesso neppure più alle migliori tradizioni greco-romane, ma alle mode contemporanee.
(O) In questi due argomenti le mosse di Francesco spesso sono sembrate ondeggianti, a volte temerarie, a volte caute. E’ forse più il carattere della persona, non un segno specifico del pontificato, questo partire in quarta e poi frenare. Essere impulsivo, a volte brusco, quando parla a braccio nelle conferenze stampa, affidando eventuali correzioni a momenti più meditati o a interventi di alti prelati, come stretti collaboratori. Qualcuno pensa che voglia essere più un precursore che un realizzatore definitivo. Gli stessi documenti dottrinali, come le encicliche, penso soprattutto alla più nota, la LAUDATO SI’, sembrano piuttosto letteratura e poesia, persino giornalismo, piuttosto che dottrina ex cathedra. Ma tutto questo, come pure l’insistenza nel condannare gli abusi sessuali del clero e l’assiduità nell’intervenire in favore della pace e di ogni condizione di povertà lo hanno reso veramente amato dal popolo e perciò gradito ai mezzi di comunicazione. Chi verrà dopo di lui potrà giovarsi del fatto di partire da un alto livello di gradimento e di attenzione ma dovrà affrontare il terzo tema: DOTTRINA.
(C) Intanto però in Italia le chiese si sono svuotate. Certo non per colpa sua. Erano gli anni ’60, i “Gufi” cantavano: “E’ la domenica il giorno del Signore… e tutti andiamo in chiesa a pregare Dio, ma tu ti preghi il tuo e io mi prego il mio”. Oggi siamo molti meno, ma chi frequenta la messa lo fa molto più convinto, ma la partecipazione a tutti i sacramenti da parte della generalità dei battezzati è crollata. Se attribuiamo al tema “dottrina” lo sviluppo della riflessione sui sacramenti, rimane di vitale importanza rendere adeguata alla contemporaneità la modalità di comunicarli. Siamo solo a sessant’anni dal passaggio dal latino alle lingue vive, ma urge un adeguamento comunicativo di portata forse ancora maggiore.
(S) Sì, fa più danno uno sbadiglio in chiesa che una bestemmia fuori. La BELLEZZA dei riti, la capacità di coinvolgimento dei sacerdoti col popolo, nel momento decisivo e difficile dell’omelia, ma ancor più nella vita quotidiana, l’esercizio quotidiano di carità e cultura sono gli elementi che devono rendere evidente la vera essenza della Chiesa: COMUNIONE DI PERSONE, non istituzione gerarchica o solo baluardo teologico. Il mondo intero, forse l’occidente più del resto, ha bisogno di questa presenza. Questa è la SVOLTA. Francesco ha molto spinto in questa direzione, Francesco II non mancherà di farlo.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti
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