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Attualità

IN LUNGO E IN LARGO

FABIO GANDINI - 07/03/2025

defaultÈ già passato un anno. Anzi di più: le prime auto circolanti in senso orario e non tangenziale passarono nel primo pomeriggio del 14 febbraio 2024, San Valentino, una sorta di primo giorno d’amore – dopo tanti litigi – tra i cittadini varesini e le strade della loro città.

Che poi, a scriverla tutta, nemmeno quello con largo Flaiano è stato un vero e proprio “colpo di fulmine” per i varesini: la relazione, che oggi pare per lo più consolidata, è dovuta passare da mesi interlocutori, da problemi veri o presunti, da polemiche politiche e grattacapi più o meno giustificabili. E ancora se ne parla: l’altro giorno, a titolo di esempio, si è tenuta una nuova riunione tra i rappresentanti del Comune di Varese e i residenti della zona per analizzare ancora una volta i grandi cambiamenti che il nuovo sistema di circolazione ha apportato.

Non è stata la prima, non sarà l’ultima.

L’appuntamento e l’anniversario, però, ci danno lo spunto per formulare un primo bilancio della rivoluzione viabilistica che in un colpo solo ha connesso 8 strade e 4 quartieri, ovvero il Quartiere 11 (San Carlo, Bustecche, Bizzozero), il Quartiere 12 (Giubiano, Ospedale), il 4 (Bosto, Casbeno, Campigli, Schirannetta) e il 5 (Centro, Biumo Inferiore, Brunella). In buona sostanza, più di mezza città.

Per tirare una somma oggettiva bisognerebbe prima porsi una domanda fatidica: per ottemperare a quale esigenza è nato largo Flaiano? La risposta è semplice: eliminare quelle code persistenti, praticamente quotidiane, in uscita dall’Autostrada dei Laghi, che si riverberavano su tutto il comparto, arrivando a coinvolgere altre direttrici fondamentali come via Gasparotto, viale Borri e l’asse Magenta-Manzoni. Ci sono ancora queste code? No.

La pena di attese che potevano durare anche più di mezz’ora per raggiungere i semafori di largo Flaiano, sia venendo dall’A8 che facendolo da viale Borri o da via Magenta, sono ormai un ricordo del passato. Nelle ore di punta, al mattino e nel tardo pomeriggio, le colonne agli stop della rotonda non superano i pochi minuti; negli altri momenti della giornata, invece, il flusso quasi non conosce fermate e, oggi come oggi, alcune destinazioni si sono fatte improvvisamente vicinissime per gli automobilisti. Pensiamo solo a quanto la rotonda, combinata con il nuovo svincolo su via Gasparotto di via Autostrada, abbia avvicinato la zona ospedale alla strade che portano a Capolago e al lago di Varese…

In compenso, nelle prime settimane di vita, sono state alcune delle vie di confluenza su largo Flaiano ad aver subito un contraccolpo dalla novità. Situazioni da circoscrivere e separare nell’analisi. La prima è stata viale Borri, per fluidificare la quale è stato necessario rivedere i tempi del semaforici all’incrocio su via Guicciardini: tolto “il tappo Flaiano”, era in quel punto che il traffico si intoppava, coinvolgendo di riflesso anche via Gasparotto. Problema risolto? Quasi del tutto, considerando che è impossibile pretendere che viale Borri abbia la scorrevolezza di un’autostrada deserta.

La seconda è stata via Sant’Imerio, completamente bloccata nei primi giorni delle neonata viabilità. Il motivo? La confluenza della stessa con via Magenta, “un passo prima” della rotonda: di chi è la precedenza? Dove ci si deve fermare? La sussistenza del cantiere non aiutava. C’è voluto qualche mese, ma anche in questo si può sostenere che l’esame è stato superato: doppia corsia di immissione, doppio stop, tutti felici.

Tolto il traffico, ecco gli… incidenti. È difficile, per chi ancora insiste a voler utilizzare “l’ultimo piano” (cioè il cervello, la logica, l’onestà intellettuale…), dare responsabilità all’amministrazione comunale per i tanti scontri che sono avvenuti lungo la nuova rotonda a causa degli automobilisti che hanno preso a percorrerla contromano. E in merito conta “il giusto” anche l’abitudine al vecchio sistema, una giustificazione possibile solo nell’immediatezza ma non a medio e lungo periodo: la causa dei “frontali” sta tutta nella distrazione e nella dabbenaggine di chi al volante si concentra sulla qualunque salvo che su quello che sta facendo.

Per non saper né leggere, né scrivere, in ogni caso, il Comune ha usato “le maniere pesanti”: tra segnaletica orizzontale, verticale e illuminazione adeguata, oggi non si può sbagliare il senso di immissione, a meno da non voler perseverare con condotte da ritiro patente.

Cosa rimane? Forse solo il decoro: largo Flaiano è la porta della città, il “benvenuto” a cittadini e forestieri. E allora un po’ di verde in più non guasterebbe, così come un occhio di riguardo alla raccolta della spazzatura che si deposita (e qui c’entra ancora una volta il malcostume generale) ai bordi delle carreggiate…

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