Si prepara la stagione delle vacche magre, per non dire delle locuste su Palazzo Estense? I segnali si moltiplicano, anche se per ora negli uffici si parla di “analisi di una situazione ancora in divenire”. Si tratta però di unire i punti sulla carta per tracciare un disegno che non è tranquillizzante sul fronte dei conti. L’ultimo atto è la conferma che il Varese Summer Festival quest’anno non si fa. Il Comune non ha – o non ritiene comunque prioritari – i 40 mila euro che lo scorso anno ha messo a disposizione e che peraltro quest’anno potrebbero anche non bastare, perché ormai il periodo post pandemico è alle spalle e i cachet degli artisti hanno ripreso a trottare. E così l’assessore alla cultura Enzo Laforgia, una pedina fondamentale per competenze in quest’amministrazione, contravvenendo la regola secondo cui “le dimissioni non si annunciano ma si danno”, ha fatto sapere che potrebbe riconsiderare il suo impegno a partire dai prossimi mesi, quando proprio il suo assessorato sarà al centro di scelte fondamentali.
Ancora lo scorso anno nel “Palazzo” si poteva celebrare gli effetti delle copiose elargizioni del PNRR, perché in effetti l’amministrazione non è rimasta a guardare e ha conquistato 110 milioni, nonché la fine della “dieta” necessaria per colmare il disavanzo multimilionario della precedente amministrazione Fontana. E po la buona notizia: giusto un anno fa, il governo abbassava dal 4 al 3% la soglia di percentuale frontalieri sulla popolazione perché i comuni potessero ricevere direttamente i ristorni dei frontalieri, cioè quel 38% delle tasse pagate in Svizzera che ricadono al di qua del confine.
Poi le docce fredde. All’inizio della scorsa estate, tra le vibrate proteste dell’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, il governo tagliava i trasferimenti ai comuni. Per Varese significa mezzo milione in meno, dopo le riduzioni degli anni prima. E poiché al danno si aggiunge la beffa, la norma in cui si esplicitava che i tagli sarebbero avvenuti “tenuto conto dei trasferimenti di fondi per il Pnrr”, i Comuni che più hanno ricevuto sul fronte del fondo europeo e più si sono impegnati per investire, hanno visto i fondi tagliati. A fine anno la ciliegina sulla torta: “grazie” a un emendamento di ispirazione leghista, che a nessuno è sembrato “disinteressato”, il governo ha riportato al 4% la soglia di residenti frontalieri perché i comuni ricevessero i soldi. Non è toccata Como, che è abbondantemente sopra tale quota ma Varese ha una popolazione di 78 mila abitati e 3 mila frontalieri. Così che per un paio di centinaia di “teste”, si è fuori e se ne vanno milioni. Una botta per alcuni investimenti programmati, come la manutenzione straordinaria delle strade.
Nei giorni scorsi, un ulteriore atto: i servizi dell’anagrafe rischiano di andare in tilt, non per un cyberattacco (che pure c’è stato, come in diversi enti locali in Italia), ma per carenza di organici. Questa volta, lo stesso sindaco Galimberti si è messo con una certa sorpresa a fianco delle organizzazioni dei lavoratori: “E vero, ma la causa sono i tagli dei trasferimenti governativi” – dice in sostanza il Sindaco – “con sempre meno risorse a disposizione, è difficile destinare maggiori investimenti per nuove assunzioni. E con gli ulteriori tagli previsti dalla manovra finanziaria, il rischio concreto è che nell’arco di poco tempo tutti i servizi si possano trovar di fronte alla necessità di un ridimensionamento forzato, affossando i Comuni”. Insorge il centro-destra, che lamenta come negli anni scorsi non si sia messo fieno in cascina adeguando per tempo gli organici. E sono organici che intanto il Comune deve adeguare su altri fronti. Perché con i fondi del PNRR si è aperto a gennaio il rinnovato asilo nido giubianese delle “Costellazioni”, ma occorre metterci il personale (il PNRR non copre la spesa corrente) e così è appena stato pubblicato un bando per tre posizioni di educatrici.
Resta la realtà che i tagli ci sono e “quelli dei frontalieri – dice Davide Galimberti a RMFonline.it – sono circa 4 milioni”. Così domina la prudenza. Questa edizione del premio Chiara ha visto un significativo riavvicinamento di Palazzo Estense, con Galimberti alla presentazione, ma siamo ancora agli atti simbolici. Sempre Galimberti e Laforgia hanno presentato l’accordo con il consorzio intercomunale CSBNO per la gestione di Biblioteca e futuro polo culturale: un modo per superare i vincoli di pianta organica ma probabilmente anche per non assumere troppi impegni di nuove spese in personale diretto.
Resta poi il tema della Fondazione Turismo. La Camera di Commercio con un forte impegno del presidente Vitiello e del Segretario Generale Temperelli è riuscita nel miracolo di mettere insieme gli enti locali per una promozione del turismo provinciale. Se decine di comuni, tra cui i maggiori, hanno aderito, oltre alla Provincia e la stessa Camera che da sola mette 300 mila euro, Varese non è per ora oltre la “manifestazione di interesse”. Sarebbe il maggior comune contribuente, con circa 80 mila euro l’anno, ma è anche vero che Varese, che percepisce importi ben maggiori dall’imposta di soggiorno, sarebbe anche il maggior beneficiario. Un segnale da parte dell’amministrazione sembra urgente. Perché le politiche del turismo non si fanno con le luci ai giardini (200 mila euro) o con gli eventi mordi e fuggi. Occorre trasformare un “turismo di passaggio” in un turismo di più giorni, come avviene a Como. Insomma, è il momento di far bene i conti. Con saggezza e coraggio.
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