Il corpo umano è una gran bella macchina che per funzionare ha bisogno di energia (cibo) ed ossigeno: queste due componenti sono quelle che garantiscono, tramite un complesso metabolismo, la trasformazione degli alimenti della nostra dieta in energia o depositi.
L’ossigeno noi lo prendiamo dall’aria che respiriamo (è circa il 21% della miscela che entra nei nostri polmoni) e poi legandolo ai globuli rossi, che sono presenti nel nostro sangue, lo portiamo in ogni parte del nostro organismo per dare nutrimento alle cellule.
Purtroppo esiste un altro gas, il monossido di carbonio, che per sue caratteristiche chimiche si lega in modo molto più forte ai globuli rossi scacciando via l’ossigeno. Il monossido di carbonio NON ha le stesse funzioni dell’ossigeno e blocca la catena di produzione di energia.
Non solo, infatti questo gas è incolore insapore non provoca irritazione di gola naso ed occhi, è quindi praticamente un killer silenzioso.
Prodotto da una cattiva combustione, può accadere quindi per malfunzionamento di apparecchi od impianti in spazi piccoli (stanze) non ventilate.
Caldaie, fornelli, camini, stufe, bracieri, barbecue et etc possono essere pertanto fonte di monossido di carbonio.
Poiché come accennato questo gas non è rilevabile dall’uomo, una intelligente prevenzione resta il punto di partenza ideale per evitare pericolosi incidenti (mortali).
Gestione e manutenzione di apparecchi, impianti, canne fumarie e condotti di collegamento sono la base per un buon inizio subito seguito dall’attenzione ad una adeguata immissione di aria fresca che possa garantire una buona combustione.
I fumi infatti possono rimanere nei locali per cattivo tiraggio od ostruzione delle canne fumarie, per danni strutturali delle stesse (buchi, corrosioni, cedimenti strutturali etc) o per perdita di gas attraverso le pareti.
Apparecchi vecchi o difettosi ed assenza di ventilazione corretta sono i due motivi più comuni alla base delle intossicazioni più gravi.
Ne consegue che la manutenzione annuale è la prevenzione migliore seguita da un corretto uso di ogni di mezzo utilizzato e dall’attenzione ad una ventilazione ideale del luogo ove si sosta.
L’intossicazione da CO si manifesta con sintomi acuti come cefalea e nausea (10/20% di avvelenamento), astenia fino ad arrivare a perdita di coscienza e coma (60%). La diagnosi si fa in modo certo valutando i livelli di carbossiemoglobina, sull’emogasanalisi e sulla saturazione dell’ossigeno (tutti test che si eseguono sul sangue).
La terapia più efficace è quindi la somministrazione di ossigeno al 100% che va a scalzare il monossido di carbonio dall’emoglobina andandone a ripristinare la funzione vitale per il nostro organismo.
La prima cosa da fare nel sospetto di una intossicazione è spostare il soggetto dal luogo ove si ipotizza vi sia un eccesso di CO o dove possibile favorire il ricambio rapido dell’aria (aprire porte e finestre, ventilare l’ambiente favorendo l’ingresso di aria naturale).
Chiaro quindi che l’attenzione in fase preventiva sia di gran lunga l’atto più semplice ed efficace: le auto non devono mai essere lasciate accese in garage (chiusi!), macchine e scarichi attivi nelle stanze vanno periodicamente controllati e volendo esistono anche dei rilevatori di CO che possono essere installati per sicurezza.
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