L’Enciclopedia Treccani, nata nel 1925, ha da pochi giorni festeggiato il suo primo centenario. Nei saloni della mostra celebrativa scorre l’elenco delle 100 parole individuate dai linguisti dell’Istituto per contrassegnare ogni passaggio d’anno. Il termine enciclopedia suona un po’ obsoleto, richiama soprattutto libroni di cui ci si vorrebbe disfare che non servono più per conoscere significato ed etimologia delle parole che non conosciamo.
Oggigiorno ci illudiamo che basti la rete per soddisfare ogni curiosità senza badare troppo alla cura e al valore dei compilatori di dati online.
Il lavoro svolto negli anni dai linguisti della Treccani è stato e resta prezioso, perché attraverso i contenuti transitati dalle parole riusciamo a ripercorrere la storia del nostro Paese; si è detto, a ragione, che la Treccani è “la casa della cultura italiana, un punto di riferimento, un osservatorio costante sulla nostra lingua”.
Ognuna delle 100 parole proposte sintetizza lo spirito del tempo di quel dato anno, dalla prima parola scelta per il 1925, “Enciclopedia”, alla penultima del 2024 che è “Intelligenza Artificiale”.
Alcune parole ci aiutano a rivivere momenti storici lontani nel tempo ma purtroppo ancora presenti nel pensiero di alcune frange politiche odierne.
1935 Colonialismo, “tenere sottoposti popoli in condizioni di soggezione economica e politica”; 1938, razza, che ebbe il disonore di campeggiare nelle leggi razziali o razziste; 1939, Guerra, il secondo terribile conflitto mondiale; 1940, Olocausto, che etimologicamente significa “tutto brucia” e in effetti fiamme sinistre brillarono in varie parti d’Europa, dai roghi dei libri e dai forni crematori.
Mi stupisco che la parola proposta per il 1945 non sia “liberazione”, come mi sarei aspettata, bensì Atomica così il pensiero va alle immagini che vorrei non aver mai visto come la foto del bambino di Nagasaki che porta sulle spalle il fratellino morto.
Superati gli anni più crudeli del Novecento, arrivano anni di grandi cambiamenti, contrassegnati da scoperte che hanno reso la nostra vita meno faticosa e talvolta più gradevole.
La Treccani propone 1952 il Telefono, la cui diffusione fu speciale; 1954 la Televisione che segna una nuova era per l’enorme impatto avuto sulla lingua italiana; 1958 la Canzone “Volare”, 1959 la Poesia.
Negli anni del benessere economico appaiono tra gli altri Alfabetizzazione, Diritti umani e civili. Nel 1966 entra in scena la parola Femminismo. Nel 1967 la Scuola, scossa dalle denunce di don Milani contenute nel libro “Lettera a una professoressa”.
Dopo gli anni bui del Terrorismo, dopo il Terremoto, dopo il diffondersi dell’HIV, si torna a una sorta di normalità. Troviamo parole di contenuto talvolta positivo che hanno contrassegnato la nostra storia personale, risvegliando fatti ed eventi presenti alla nostra memoria.
Millennio, la parola del 1999. E noi dove eravamo la notte del passaggio all’anno 2000, che cosa sognavamo all’alba dello Tsunami del 2004; che cosa abbiamo pensato e detto del Metoo; come abbiamo superato la Pandemia del triennio 2020-2022, come e quando riusciremo a fermare i drammi del Femminicidio (anno 2023)?
Suggerisco di recuperare l’elenco delle 100 parole della Treccani, è un esercizio interessante e utile.
Perché le parole raccontano di noi, delle nostre memorie, dei nostri ricordi, sono uno strumento utile per capire meglio noi stessi e il mondo. Sono radici piantate nel passato ma che parlano al presente e al futuro.
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