“Al cuore della gratuità: cura, volontariato, bene comune”. Questo il titolo del libro (Concreo edizioni) che raccoglie gli interventi, in due convegni sul volontariato, del prof. Giampaolo Cottini, a cinque anni dalla scomparsa. Cottini -storica firma di RMFonline, cui diede autorevolezza sin dalla fondazione- è stato insegnante, giornalista, autore, esperto di famiglia, etica sociale e bioetica. Ha insegnato al Liceo classico e all’Università cattolica e si è impegnato attivamente nella vita civile ed ecclesiale varesina. È stato presidente del Comitato etico dell’Ospedale di Varese, docente all’Università degli anziani, collaboratore per due decenni del Consultorio familiare “La casa” di cui è stato per alcuni anni anche direttore. Tra i suoi recenti libri “L’avvenimento della conoscenza” e “Un filosofo fuori del coro”. Il libro è disponibile presso la Ubik, a Varese, in piazza del Podestà. Pubblichiamo l’introduzione del figlio Paolo Cottini che, con Antonio Colombo, ha curato l’edizione.
A cinque anni dalla morte e a due anni dalla pubblicazione del libro Un filosofo fuori del coro, la memoria di Giampaolo è quantomai viva: tantissime sono le persone che hanno voluto condividere con noi un pensiero, un ricordo, una parola, un incontro personale rivelatosi significativo per la loro vita, oppure anche solo una conoscenza derivata dalla lettura di un suo scritto.
La riconoscenza per la sua vita trascorsa con noi, lo stupore per una presenza che in modo misterioso continua a farci compagnia, la gratitudine per l’affetto ricevuto da chi gli ha voluto bene, ci hanno quindi convinto a proseguire l’opera di riordinamento dei suoi scritti (un lavoro impegnativo, reso possibile solo grazie alla dedizione di tanti amici), nella certezza che la sua testimonianza possa ancora oggi portare frutti di bene.
Questo libretto, realizzato con i contributi essenziali di Gianfranco Fabi e Franco Spatola, nasce dal desiderio di ripubblicare e far conoscere due testi che riteniamo, oltre che di straordinaria attualità, particolarmente significativi per andare al cuore del suo pensiero, ma soprattutto della sua esperienza umana e cristiana, vissuta come instancabile testimonianza.
La ragione di questa scelta è racchiusa e sintetizzata nelle parole iniziali del primo dei due testi, in cui Giampaolo esplicita, per i presenti ma prima di tutto per sé, quella che è stata una costante della sua vita, ovvero l’urgenza di comunicare a tutti e condividere i doni preziosi che hanno rallegrato la sua vita: il matrimonio, la paternità, l’insegnamento e perfino gli anni segnati dalla malattia.
Rivolgendosi a persone che si impegnano gratuitamente come volontari, afferma infatti che ci si può interessare al bisogno dell’altro, si può avere cura dell’altro in modo veramente autentico solo “a partire da una pienezza di umanità sperimentata”.
Cosa può spingere a fare del bene e mettersi al servizio degli altri (tensione che dovrebbe essere comune a ogni uomo dotato di coscienza e di buona volontà)?
Solo una gioia, una gratitudine, un grande amore ricevuto e sperimentato possono farci muovere in modo sincero verso chiunque abbia bisogno di essere guardato, ascoltato, accolto, sfamato, accudito, curato, accompagnato nelle fatiche, sostenuto nella fragilità, consolato nel pianto nel pianto e nel dolore, in una parola, “abbracciato”, come papà amava fare spesso con le persone che incontrava.
La vita di papà è stata caratterizzata dal desiderio di condividere con tutti questo amore ricevuto nell’incontro con Gesù, e alimentato quotidianamente nella vita matrimoniale e familiare e nella sequela alla compagnia della Chiesa. Non inganni la sua ben nota sapienza “intellettuale”, perché la profondità di pensiero è sempre stata accompagnata da un realismo concreto e pieno di ragioni: quante volte, da figli, siamo rimasti colpiti dalla sua capacità di offrire un punto di vista originale sulle nostre vicende personali, dalle scelte vocazionali più profonde fino alle decisioni più materiali, come ad esempio la casa dove avviare la nostra vita familiare. E si muoveva così, insieme alla mamma, con la moltitudine di persone sostenute nei percorsi di vita personale: alla profondità di giudizio si univa una lucidità di analisi e di verifica operativa, per non rischiare quell’ “astrattezza” che tanto detestava.
E proprio per rifuggire da qualsiasi tentazione spiritualista, ripeteva sempre che la fede cristiana può essere vissuta solo nell’appartenenza fedele ed appassionata alla Chiesa. Quante volte, un po’ scherzosamente, abbiamo sentito papà far riecheggiare canticchiando uno slogan che lui, non certo un barricadero nei modi e nel carattere, scandiva con gli amici durante le manifestazioni studentesche negli anni dell’Università: “Costruire la Chiesa / per liberare l’uomo”. Parole che oggi possono risuonare un po’ fuori dal tempo, ma che dicono di una certezza che lo ha sempre accompagnato fin da quando era un giovane studente. La fede personale, la vocazione unica e irripetibile di ciascuno nascono, crescono, trovano accoglienza, forza, sostegno quotidiano nella sequela e nel servizio alla compagnia di Gesù.
Papà si muoveva così, il suo agire non era mai fine a sé stesso, ma era sempre vissuto dentro la grande missione della Chiesa: far conoscere le ragioni e condividere la gioia dell’esperienza cristiana, che si trattasse di un incontro del movimento di Comunione e Liberazione o di una riunione del Consiglio pastorale diocesano o decanale, di una lezione di filosofia o di etica, come pure di eventi pubblici di carattere culturale o sociale.
Questo libro dunque vuole essere, oltre che l’occasione per rinnovare l’incontro con Giampaolo attraverso le sue parole, un contributo offerto a tutte le realtà pubbliche e private, ed a tutte le persone di buona volontà, che si mettono al servizio degli altri per la costruzione del bene comune. Buona lettura!
Paolo Cottini
You must be logged in to post a comment Login