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Parole

HEIDI

MARGHERITA GIROMINI - 13/02/2025

heidiGennaio e febbraio sono tempo di memoria e di ricordo della Shoah e delle Foibe.

Ma un giorno all’anno può non bastare perché la memoria degli eventi trovi il giusto spazio nel cuore e nella mente delle persone.

La memoria degli eventi che hanno segnato la nostra e la storia europea avrebbe bisogno di essere nutrita anche da gesti concreti per evitare che si fossilizzi nei pochi giorni delle celebrazioni.

È stato per quello che Heidi, tedesca di Düsseldorf, classe 1936, si era assunta l’impegno di recarsi a spolverare le pietre d’inciampo mantenendolo fino alla morte.

Laurea in sociologia, di professione traduttrice, era arrivata in Italia per seguire l’amore ma nonostante la storia fosse finita presto aveva scelto di rimanere a Torino.

Pochissime persone sapevano che quasi ogni giorno usciva dal suo portone in via Barbaroux per andare a ripulire le pietre d’inciampo del suo quartiere, il Quadrilatero Romano, nel cuore di Torino.

Neppure nell’ultimo periodo della vita, quando faticava a camminare, aveva smesso di prendersi cura dell’omaggio materiale agli uomini la cui vita era stata stroncata dalla barbarie nazifascista.

Seduta sul seggiolino del deambulatore con uno strofinaccio e il detergente per i metalli, strofinava le pietre d’inciampo fino a farle luccicare.

Un gesto umile quello di spolverare delle pietre, chiunque lo avrebbe potuto compiere anche senza una particolare preparazione sul tema. Ma Heidi lo aveva fatto davvero.

Il valore simbolico di questa azione ci consegna una lezione di memoria attiva. Perché evitare che la polvere e lo sporco si depositino sulle pietre rendendole meno visibili e trascurate è un monito: ci avverte del rischio che l’oblio a cui gli uomini sono naturalmente portati riesca a rendere vano il sacrificio di tanti uomini.

Finché c’è stata Heidi a sfregare la pietra d’inciampo dedicata a Emanuele Balbo Bertone, vittima insieme alla sua divisione della strage nazista del 1945 avvenuta a Schelkow in Polonia, il ricordo di un uomo che insieme a quindici altri aveva rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò ha potuto brillare nell’ottone.

L’anziana donna ha compiuto un gesto insolito, un atto piccolo e discreto che non ruba la scena alle altre manifestazioni ma diventa un efficace modello di dialogo con le nuove generazioni.

Sull’esempio di Heidi alcune scuole si sono mosse.

La scuola “Viale della Resistenza” di Cesena con il progetto “La cura dell’inciampo” che ha scelto di lucidare le piccole installazioni che per loro natura si trovano in luoghi di passaggio, spesso occultate dalle intemperie e dall’incuria per conservarle sempre brillanti e visibili ad ogni passante.

Altre scuole hanno adottato le pietre istallate nella loro zona, a Milano, a Venezia e a Prato.

Ci saranno di sicuro altre adesioni all’iniziativa partita da Heidi.

Nessun costo per l’operazione se si decide di ricorrere ai rimedi delle nonne: frizionare la superficie con una miscela di essenza di aceto, acqua e sale (½ litro di acido acetico + ½ litro di acqua + 2 cucchiaini di sale.

Come a Ground Zero per le vittime dell’11 settembre 2001 sta scritto: “No day shall erase you from the memory of time”.

“Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo” Virgilio.

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