Aiuto, che sta accadendo? Il presidente Trump ha cominciato a deportare, manette ai polsi, migliaia di messicani entrati illegalmente negli Stati Uniti e il primo ministro israeliano Netanyahu, con il sostegno politico del leader americano, vede premiata la strategia di radere al suolo Gaza, di fare strage di vecchi e bambini, per indurre il popolo palestinese ad andarsene altrove. Putin sta per imporre la pace all’Ucraina invasa e bombardata, alle proprie condizioni. E il governo italiano rimpatria con tutti i comodi un ricercato libico per gravi crimini infischiandosene delle ingiunzioni della Corte penale internazionale: con tanti saluti ai buoni rapporti che hanno garantito per ottant’anni la pace tra l’Europa e gli Stati che la compongono. I vecchi doveri di disciplina, le relazioni di buon vicinato e la ricerca di una visione comune rischiano di diventare, forse sono già, soltanto un bel ricordo.
“Fight, fight, fight!” è il grido di battaglia dei patrioti trumpiani che risuona al meeting dei sovranisti riuniti a Madrid. Lotta, combatti, fai la guerra. In Spagna quattordici partiti dell’estrema destra europea, molti dei quali già al governo nei rispettivi Paesi, come la Lega, ripetono i loro slogan contro “la fesseria” del Green Deal che contrasta il degrado ambientale (la definizione è di Marine Le Pen), contro l’Islam e l’immigrazione irregolare, contro la cultura woke e gender, contro chi invita alla fratellanza e al “siamo tutti uguali” caro a papa Francesco. L’Internazionale dell’ultradestra è la terza forza del Parlamento europeo e ha lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa. Trump è il modello. L’assalto a Capitol Hill un esempio da seguire?
Si salvi chi può, pensa qualcuno. Specie tra le fila cattoliche. Stupisce la differenza tra le parole d’ordine della destra in ascesa, che abbiamo appena riportato, e il pensiero, le iniziative del mondo che si riconosce nel messaggio universale della Chiesa. Il papa ha aperto il Giubileo della comunicazione affermando che “il dialogo non deve cedere alla logica della contrapposizione”. Ammette di essere preoccupato dai linguaggi d’odio e dalle manipolazioni di chi propaga interessatamente le fake news per orientare l’opinione pubblica. Il pensiero non può che correre alle recenti decisioni dei patron di alcuni colossi del web che hanno disattivato i programmi di controllo dei fatti e della veridicità delle notizie. Accettando il libero mercato dell’intolleranza e del rancore che impazzano sui social.
Molti Paesi sembrano avere esaurito la scorta di spirito solidale, aver smarrito la bussola che indica la direzione della pace, la chiave dell’archivio che conserva gli accordi, i trattati, le carte che testimoniano la continua ricerca della pace. I luoghi, insomma, che rappresentano i valori del vecchio e del nuovo umanesimo, che costituiscono i ponti di dialogo verso culture e religioni diverse. Uno di questi luoghi è la Biblioteca Apostolica Vaticana con i suoi 50 km di scaffali, 80 mila manoscritti, 8400 incunaboli, 150 mila stampe e disegni, 300 mila monete e medaglie, 150 mila fotografie ecc. Un tempio della cultura e della diplomazia, un invito costante all’apertura mentale, un appello alla pace, un richiamo e al dialogo.
Lo spiega in una bella intervista ad Avvenire il bibliotecario Angelo Vincenzo Zani: “Durante il viaggio negli Emirati Arabi, il 4 febbraio 2019, il pontefice ha firmato insieme al Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, il documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Francesco è stato poi in Iraq e in Bahrain. Quei tre viaggi apostolici nel mondo islamico hanno lasciato un segno profondo e non è un caso che in questo momento abbiamo aperto un dialogo fecondo proprio con questi Paesi. I prestiti dei libri, i contatti, gli studi e i passaggi che comportano, offrono l’occasione concreta per avviare una strategia di politica culturale importante, agile, qualificata, libera da vincoli, che può preparare il terreno ad altri incontri e ad altre relazioni”.
Nel 2024 la Biblioteca ha prestato i propri capolavori per mostre ed esposizioni che si sono tenute in importanti musei di tutto il mondo, fra cui il British Museum di Londra, il County Museum of Art di Los Angeles, lo Shanghai Museum in Cina. Per il 2025 sono previste collaborazioni con istituzioni di primo piano come le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Scuderie del Quirinale, Palazzo Braschi a Roma e Palazzo Strozzi a Firenze. La parola d’ordine, questa sì condivisibile, è incontrarsi e dialogare, cercare le soluzioni ai problemi parlando, confrontandosi fino a trovare l’accordo possibile. Questo, sì, è segno di forza e di intelligenza. E di una società civile.
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