Le persone sono come le vetrate delle antiche cattedrali gotiche: all’interno puoi ammirare disegni bellissimi, ma all’esterno si possono vedere solo quando cala l’oscurità se però c’è una luce dentro.
Per tutti ci sono momenti in cui il nero avvolge. Non è facile capire come accendere la luce interiore. E ci ritroviamo prigionieri del buio in un vortice di indifferenza, seduti ai bordi del quotidiano accasciati e rassegnati. Con gli occhi spenti dalle paure, dalle delusioni, dalle frustrazioni, dai fallimenti, dalle disillusioni.
Con la mano tesa mendichiamo attenzioni e approvazione, perché abbiamo fame di amore e desideriamo novità o possibilità di ripresa. E supplichiamo il Signore, perché venga in aiuto di chi soffre e dica la parola che ci salva!.
Comunque, è solo di notte che si apprezza il valore della luce. Così nella vita, grandi illuminazioni nascono da grandi dubbi.
Carl Gustav Jung insegna: “Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Si giunge all’illuminazione non immaginando figure scintillanti, ma facendo venire alla luce l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”.
Proviamo a guardarci dentro con schiettezza: mi aspetto cambiamenti o voglio cambiare? mi aspetto benessere o voglio essere-bene?
Ma ci rendiamo conto di quanta responsabilità comporta aprire gli occhi? Non è forse meglio stare nella cecità? ‘Occhio non vede, cuore non duole’ si dice.
Decidere di voler aprire gli occhi sulla realtà in modo nuovo chiede il coraggio di non accontentarsi. A Dio interessa che siamo noi a guarire noi stessi.
“È meglio accendere una luce – anche se fioca o incerta – che stare a maledire l’oscurità”. (Roosvelt)
Il Vangelo ci fa riscoprire come ci si accende: come si illuminano gli occhi, il cervello, il cuore, il sorriso. Vale per se stessi, ma anche per gli altri. Tutto dev’essere acceso per andare avanti: accendi la luce, la macchina, la musica, la tv, il telefonino, l’aspirapolvere, la sigaretta, il caminetto, il fornello, il riscaldamento…
E noi quando ci accendiamo? Perché siamo come le vetrate nelle chiese: all’interno puoi ammirare disegni bellissimi, ma all’esterno si possono vedere solo quando viene buio a patto che, però, ci sia una luce dentro.
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