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Politica

ONORE A BIDEN

GIUSEPPE ADAMOLI - 06/02/2025

condannaNelle passate settimane siamo stati inondati da una interminabile sequenza di analisi, riflessioni e confronti su Joe Biden e Donald Trump, sulle due personalità e sulle loro diverse visioni del mondo. In sostanza, quali diversità fra Biden, il Trump Uno (2016 – 2020) e quello che sarà il Trump Due?

Da appassionato delle vicende politiche americane voglio però segnalare un fatto passato quasi inosservato ma che trovo rilevante: Biden poco prima di lasciare la Casa Bianca ha commutato in ergastolo 37 condanne a morte su 40 decise dai tribunali federali, le altre tre sentenze erano dovute a vere e proprie stragi.

Sarà per la mia cultura di matrice cattolica ricevuta fin da ragazzino. O forse sarà anche perché sono un fedelissimo lettore di John Grisham, scrittore di thriller a sfondo giudiziario ricchi di profonda compassione umana e di motivazioni contro la pena di morte (ho la raccolta di tutti i suoi libri). O chissà per quali altre ragioni, ma l’idea della pena di morte ordinata dai tribunali mi fa orrore e quindi attribuisco alla decisione di Biden una grande rilevanza morale e politica.

Considero la sua decisione come un puntino, magari piccolo ma promettente, sugli scenari penali americani che si possono aprire o, Dio non voglia, richiudere con Trump al potere. Si dirà che 37 commutazioni su 40 sono numeri quasi insignificanti per il grande Paese americano. Per capire il fenomeno nella sua reale dimensione va però detto che sono oltre 2.000 le condanne a morte decise, ma non ancora eseguite, dai tribunali statali che hanno larghi poteri giudiziari rispetto alla legislazione federale.

Secondo indiscrezioni giornalistiche l’Incontro di Biden con Papa Francesco, che avrebbe dovuto tenersi qualche giorno prima del suo addio alla Casa Bianca (e poi cancellato per l’emergenza dei devastanti incendi in California), avrebbe toccato anche questo sensibilissimo tasto.

Trump ha criticato fortemente la decisione di Biden sulle commutazioni di quelle condanne ma c’è da sperare che, pure a questo proposito, ci sia una bella differenza fra ciò che Trump dice e ciò che poi fa.

Le ragioni di questa speranza sono molteplici e di diversa natura. Una si riferisce alla necessità di differenziarsi profondamente dalle autocrazie sanguinarie e spietate. Proprio un mese fa in Iran è stata condannata a morte una donna curda, Azizi, di 40 anni. Per ribellione al regime, dice la stampa internazionale.

In un momento non certamente brillante delle democrazie liberali, atti di governo di tale portata etica possono rappresentare una preziosa arma di persuasione che parla al cuore e alla mente di tantissime persone e non solo in occidente.

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