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Attualità

COSTOSO STADIO PER DUE

CLAUDIO PIOVANELLI - 06/02/2025

Sarà così il nuovo Franco Ossola?

Sarà così il nuovo Franco Ossola?

Il Varese langue in serie D e, salvo miracoli al momento non pronosticabili (come ogni miracolo che si rispetti), ci resterà anche nel prossimo campionato. Intanto qualcosa si muove sul fronte del “nuovo stadio”, che poi sarebbe una radicale ristrutturazione, o riqualificazione che dir si voglia, del “Franco Ossola” ormai quasi decrepito.

Si sono mosse due aziende importanti che hanno avanzato proposte, si parla anche dell’unione delle loro forze ma, alla base, c’è anche una domanda a cui non abbiamo ancora avuto risposta: se i costi previsti ammontano a circa 45 milioni di euro, e sappiamo che è molto difficile poi rispettare i preventivi, come fa un privato (perché di società private si tratta) a rientrare da questo investimento? Quale giro d’affari deve produrre questo investimento per essere davvero redditizio? E in quali tempi?

La questione dello stadio è centrale per le fortune di un club che abbia ambizioni e lo abbiamo già sperimentato qualche lustro fa, quando il Varese ottenne due promozioni in rapida sequenza sotto la guida di Beppe Sannino, approdando in serie B nella stagione 2009/2010, a 25 anni esatti dalla precedente avventura nella serie cadetta (nel 1985 l’ultima retrocessione nella allora serie C1). Ebbene, nel 2010, come si ricorderà, al “Franco Ossola” furono necessari diversi lavori di ristrutturazione, legati soprattutto alla sicurezza, tema questo decisamente poco avvertito nei decenni precedenti da tutto il mondo del calcio, dalla serie A in giù. E le orrende gabbie metalliche fatte allestire a quel tempo all’ingresso della curva sud, quella riservata ai tifosi avversari, sono ancora in pessima mostra per chi transita lungo la via Manin.

Il Varese (sarebbe più corretto dire Città di Varese, ma la nuova denominazione, alla fine, è soltanto un fattore burocratico) lotta da qualche anno cercando il ritorno nel calcio professionistico, ma sappiamo che in serie D viene promossa unicamente la squadra che vince il campionato e i playoff rappresentano soltanto una sostanzialmente inutile coda del torneo; la squadra biancorossa, infatti, li vinse nel 2022, sotto la guida di Gianluca Porro, ma senza alcun esito.

Nello scorso campionato di serie D il Varese trovò sul suo cammino la corazzata Alcione, che si impose con 7 punti di vantaggio sul Chisola e ben 13 nei confronti dei biancorossi; e la formazione milanese se la sta cavando piuttosto bene anche quest’anno, alla sua prima volta in serie C (al momento è settima in classifica). Nel campionato di serie D in corso, invece, a primeggiare è il Bra, una locomotiva inarrestabile che ha raggranellato sin qui 64 punti in 26 partite, con due sole sconfitte, mentre il Varese, secondo, insegue con 9 punti di distacco.

La questione serie C, dunque, salvo una svolta al momento non pronosticabile, dovrà essere rinviata almeno di un anno, mentre il problema legato allo stadio pare possa trovare soluzione in tempi decisamente più brevi, almeno per l’avvio dell’iter.

Solo una decina di giorni fa, la Conferenza dei Servizi di Palazzo Estense ha espresso in un comunicato il suo maggiore gradimento nei confronti del progetto presentato dalla società Aurora Stadium in tandem con il Città di Varese, sostanzialmente bocciando quello della Sfre che fa capo all’ingegner Pierluigi Marzorati, personaggio che i tifosi di basket un pochino attempati sicuramente ricordano molto bene. Ma Aurora Stadium e Sfre avrebbero nel frattempo siglato una sorta di alleanza per curare meglio un’impresa che si annuncia decisamente impegnativa, sotto il profilo economico e anche sul piano pratico della realizzazione: al termine dei lavori, che dovrebbero durare circa 30 mesi, “uscirà” uno stadio da 12.000 posti (il minimo per giocare in serie A) con diverse infrastrutture che ne garantiranno l’operatività per 365 giorni l’anno.

Conclusione: senza uno stadio “in regola” pare inutile ambire a traguardi sportivi di una certa rilevanza, anche a una “semplice” promozione in serie C. Di converso, la permanenza in serie D difficilmente potrà attrarre gli appetiti di possibili acquirenti o di eventuali interessati ad affiancare l’attuale proprietà del Città di Varese. E allora, prima l’”uovo stadio” o la “gallina squadra”? Forse, molto semplicemente, sarà importante avviare il primo passo, sia questo la promozione in serie C o l’inizio dei lavori al “Franco Ossola”.

Nel frattempo, però, sarebbe interessante avere risposta alla fatidica domanda: come e in quali tempi si può rientrare da questo investimento da 45 e forse più milioni di euro?

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