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Società

L’AFRICA DELLA SOLIDARIETÀ

GIANFRANCO FABI - 06/02/2025

cuammTra Varese e l’Africa c’è un legame di lunga data, una grande tradizione di presenza e di impegno, in particolare verso l’Uganda dove negli ultimi decenni si sono avvicendate alcune famiglie impegnate in campo educativo e sanitario. Un impegno che è nato e si è sviluppato in particolare con la presenza come prevosto negli anni 70 e 80 del secolo scorso, di monsignor Enrico Manfredini, come è stato sottolineato lo scorso anno ricordando i quarant’anni dalla morte. Proprio in quegli anni si sono realizzate numerose iniziative missionarie, tra cui quella generosissima e indimenticabile del “Vittorione”. E, come ha ricordato uno dei protagonisti, Dino Azzalin, su RMFonline la scorsa settimana, nel 1999 è stata fondato a Varese un gruppo di amici e di professionisti, l’APA/SOS (Amici Per l’Africa- Soccorso Odonto Stomatologico) per occuparsi di progetti sanitari odontoiatrici.

E l’Africa è tornata in primo piano con un la presentazione nei giorni scorsi del libro del giornalista Giuseppe Ragogna (“Con l’Africa, storie e persone che costruiscono il futuro”, Ed. Nuova dimensione) scritto dopo un’intensa conoscenza sul campo dell’attività delle operatrici e degli operatori in molti tra i paesi più poveri dove sono presenti le iniziative dei “Medici con l’Africa Cuamm”. In una sala affollata dell’oratorio di Casbeno, insieme all’autore hanno parlato della loro esperienza alcuni medici che hanno operato negli ultimi anni in Africa: testimonianze che hanno messo in luce da una parte la grande esigenza di iniziative sanitarie, dall’altra l’accoglienza positiva e costruttiva che hanno le iniziative di solidarietà e di partecipazione.

L’Africa è una realtà complessa: 54 paesi compongono un continente fortemente frammentato, con altissime differenze di reddito e di qualità di vita tra uno Stato e l’altro. E con ampie disuguaglianze anche all’interno dei singoli paesi, soprattutto tra città e periferie, tra realtà moderne e tanti altri luoghi dove la storia si è fermata.

 Un continente, tuttavia, che negli ultimi anni ha vissuto e sta vivendo alcune grandi trasformazioni a livello politico ed economico. Con un impulso vitale e decisivo da parte di presenze occidentali che, ben diversamente dal passato coloniale, portano un vento di solidarietà su molti fronti. È il caso dei missionari, con una presenza in qualche caso secolare, così come è il caso delle ong (organizzazioni non governative) che hanno intensificato negli ultimi anni la loro presenza soprattutto nei campi assistenziali e sanitari.

Tra queste si possono ricordare l’Avsi, al primo posto per progetti implementati o comunque sostenuti, il Cesvi, la Comunità di Sant’Egidio e, al primo posto per numero di collaboratori, Medici con l’Africa Cuamm, una sigla che sta per Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari, il nome con cui questa realtà è nata a Padova nell’immediato dopoguerra.

Su quest’ultima realtà è incentrato il libro di Ragogna. “L’immagine dell’Africa che viene fuori dalla sua testimonianza – scrive Piero Badaloni nell’introduzione del libro – è quella di un continente con tante difficoltà, ma anche pieno di speranze, che soffre, ma lo fa con grande dignità. Quello che colpisce dalle storie di tanti medici volontari del Cuamm è la grande difficoltà nel lavoro quotidiano, l’enorme disuguaglianza dei mezzi a loro disposizione rispetto a chi opera negli ospedali italiani”.

Ma passo dopo passo, in situazioni difficili, di fronte a realtà che appaiono insuperabili emergono i valori della comprensione e dell’operosità. E anche i tanti silenziosi successi sul fronte della lotta alle malattie e alla povertà.

Un libro, quello di Ragogna, che non vuole essere, e non è, un’analisi sociale, politica o economica, ma una testimonianza di tanti incontri in realtà e situazioni diverse, con operatori giovani e meno giovani tutti accomunati da una grande speranza e altrettanta buona e operosa volontà. E allora ci sono le storie di donne, di uomini, di bambini con le loro povertà e le loro malattie, e in queste storie si legge la realtà di un mondo che chiede più condivisioni umane che soluzioni tecniche, che peraltro non possono mancare. Ed è da queste storie, più che dai freddi numeri delle statistiche, che emerge la vera realtà di un continente in profonda trasformazione.

Ed è anche per questo che la linea di fondo del libro è in quelle tre parole che nel titolo precedono l’Africa: con. Perché “Con l’Africa” significa essere uniti, condividere un destino, accettare la realtà con la volontà di cambiarla insieme. Ed è significativo e consolante che anche a Varese ci sia un gruppo di persone impegnate per sostenere le attività dei Medici con l’Africa.

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