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In Confidenza

EQUILIBRIO REALISTA

Don ERMINIO VILLA - 31/01/2025

equilibrioUna parola inflazionata è “resilienza”. Il senso tecnico di assorbire colpi, di recupero, di elasticità, deriva dal latino “resalio” = risalire su una barca rovesciata.

Gesù che dorme suggerisce l’equilibrio realista della tranquillità di chi conosce il mare, se stesso, la barca, i compagni e riconosce l’infinito sia sopra nel cielo che sotto negli abissi.

Quando il mare della vita è calmo, è facile pescare soddisfatti e vederne la bellezza. Quando emergono scogli inaspettati tra maree in collera, quando il vento è avverso e le tempeste emotive fanno paura, quando imbarcazioni più possenti sono in rotta di collisione, non importa quanto si è lontani dalla riva o vicini al porto, ma conta la consapevolezza per non affogare in balia di correnti o venti contrari.

Se non puoi disinnescare le onde né puoi cambiare il meteo, puoi sempre decidere come affrontare la complessità.

L’equilibrio realista della tranquilla consapevolezza di Gesù viene dall’avere chiaro il tragitto da saper modificare la rotta in base agli imprevisti, calcolando però le riserve di forze, di carburante e di viveri. Quando il vento cambia, devo cambiare anche io.

L’equilibrio realista sa capire quando bisogna gettare l’ancora e fermarsi accettando gli sballottamenti finché passano le intemperie. Conta sull’abilità di tenere il timone della vita in modo paziente. Viene dalla consapevolezza che non si può imbarcare tutto e tutti, altrimenti si affonda per il peso della troppa zavorra. E conosce chi e come sono i vicini.

Se credo nella meta, tutti saranno compagni di viaggio, preziosi alleati che mi completano, a cui essere grato, in una parità che si fa comprensione e condivisione.

Se invece faccio di me stesso il punto di partenza e la meta, gli altri saranno sempre e solo mozzi a me sottomessi, salvagenti che devono affogare per tenere a galla me.

L’equilibrio realista della tranquilla consapevolezza di Gesù ci riconsegna oggi ad un mare incerto con la coscienza di un orizzonte infinito che mi interpella attraverso sia i compagni di avventura, sia le avversità.

Ciò che serve è la resilienza, la prontezza di risalire a bordo; bisogna mettere in discussione la rotta, tenendo ferma la meta e flessibile il timone, perché il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi, ma il realista, come Gesù, aggiusta le vele.

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