Da camminatore seriale probabilmente sono un osservatore avvantaggiato nel rilevare quello che c’è per strada. È ovvio che dal punto di vista statistico due occhi e qualche km al giorno non possono essere assunti a regola assoluta, ma qualche spunto per analizzare alcune abitudini diffuse, probabilmente si può avere.
Le condizioni del fondo stradale a disposizione dei pedoni mediamente non sono buone, sia per quanto riguarda asfalto, marciapiedi, segnaletica, che per l’incuria che riguarda ancora maggiormente la vegetazione pubblica e privata che in alcune stagioni invade gli spazi e non permette di camminare liberamente.
Chiare ed evidenti invece le problematiche delle deiezioni solide e liquide di animali (colpa non loro ovvio ma di padroni poco educati) che sono diffuse ovunque (portici, giardini, piazze, aiuole etc etc) e dei residui del fumo (mozziconi e resti di confezioni di tabacco ovunque) gettati da pedoni, finestre (!), auto in sosta o in movimento.
Da quest’ultima osservazione partiamo per notare che la Svezia è oggi il Paese più ostile verso il tabacco. Dal 2019 oltre che per bar e ristoranti, il divieto di fumare è allargato a parchi giochi, banchine di attesa di treni e bus e ristoranti all’aperto.
L’OMS dice che dal 2025 la Svezia, essendo scesa sotto la soglia del 5% dei fumatori, è considerato il primo paese al mondo smoke free.
Noto è che in Italia la legge Sirchia del 2003 ha fatto sparire il fumo da locali pubblici ed uffici ma i dati più recenti raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che ancora un adulto su 4 fuma e che soprattutto il 30% tra i giovani usa almeno uno tra sigaretta, tabacco riscaldato o e cig (electronic cigarette).
Per la precisione i dati riferiscono che il 59% degli adulti tra i 18 e 59 anni in Italia NON fuma, o ha smesso di fumare (17%), ma il 24% fuma ancora. Numero che cresce come detto tra i giovani con una tendenza netta al policonsumo dei diversi prodotti.
Negli ultimi 15 anni la percentuale è scesa dal 30% del 2008 al 24% odierno con un calo ritenuto però non ancora sufficiente.
Sempre per far parlare i numeri almeno uno studente su tre fra 14 ed i 17 anni ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina e questi numeri sono lievemente maggiori per il sesso femminile. Il maggior utilizzo avviene durante il fine settimana e, purtroppo, la maggior parte dei ragazzi dichiara di avere acquistato personalmente il prodotto (primo contatto mediamente avviene tra 13,5 e 14,5 anni).
Un terzo dei genitori pare essere a conoscenza dell’utilizzo di questi prodotti ma li ritiene mediamente meno pericolosi delle sigarette classiche. Molto evidente è anche l’attività di marketing aggressivo da parte delle società produttrici che giocano molto su packaging ed aspetto esteriore accattivante dei dispositivi oltre ad avere ideato i sapori fruttati spesso più vicini ai gusti giovanili.
Come detto in questi ultimi anni anche se lentamente il numero dei fumatori sta tendendo a diminuire anche se in modo chiaramente più lento nel genere femminile.
Il consumo medio di sigarette è attualmente attorno alle 12 al giorno anche se il 22% dei fumatori ne consuma più di un pacchetto. Nello specifico il fumo di sigarette è più diffuso tra gli uomini e riguarda maggiormente persone in difficoltà economica e bassa istruzione.
Le Regioni italiane con il più alto numero di fumatori sono Umbria e Campania ed in generale chi ha cercato di smettere di fumare dice di aver fallito nel 78% dei casi.
La lotta all’uso di questi prodotti riconosciuti tutti nocivi per salute (nicotina, prodotti della combustione, esposizione ad entrambi) è una sfida molto complessa per la salute pubblica che si articola sul territorio nazionale a diversi livelli primo fra tutti la diffusione a livello scolastico della conoscenza dei danni prodotti dal fumo.
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