Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Memoires

E BODINI SCESE IN PIAZZA

SILVANO COLOMBO - 31/01/2025

Il catalogo della mostra promossa dal Comune di Gemonio nel 1987

Il catalogo della mostra promossa dal Comune di Gemonio nel 1987

Tra qualche mese saranno venti anni che è morto Floriano Bodini (8 gennaio 1933 – 2 luglio 2005), un egregio scultore delle nostre terre, cresciuto a fama internazionale, un caro amico.

Come di Guttuso, pochi giorni fa, così oggi di Floriano voglio lasciare qualche tratto di memoria. Mi impegno prevalentemente a discorrere non tanto delle opere dell’artista, che sono note e commentate, quanto della sua persona, dell’uomo, dell’amico.

Un tratto fondamentale lo segnala ed è la sua generosità. Generosità di sé, perché nonostante apparisse burbero e sulle sue, specialmente se lo andavi a trovare in via Hajec a Milano, nel suo formidabile studio, non rinunciava mai a piantar lì un disegno che stava accuratamente ripassando e sbottando con “E aluura!” condivideva amicalmente il suo tempo e al congedo lasciava certe sue incisioni sempre a portata di mano. Io poi devo ricordare un suo personalissimo, affettuoso pensiero in occasione della morte della mia Bianca.

Generosità del suo mondo, perché faceva convergere tutto il patrimonio delle conoscenze di rilievo che aveva maturato nella sua esistenza su un amico che voleva aiutare o sul suo paese che abbisognava di un colpo d’ala per farlo salire ai livelli della rinomanza europea.

In punto a quest’ultimo passaggio voglio ricordare la straordinaria iniziativa dei Progetti per una comunità che il Comune di Gemonio, su impulso di Floriano, promosse con una mostra tenutasi a Villa Sacchi dal 4 al 23 maggio del 1991, documentata con una pubblicazione a cura di OffsetVarese.

In breve, si trattava di riprogettare la piazza centrale di Gemonio, alla luce dell’impronta lasciata dagli uomini nei secoli passati ed in previsione di una fruizione d’attualità, centrandola su una monumentale statua ai Caduti che Bodini avrebbe donato alla comunità.

Conviene valutare ben bene la pubblicazione perché rivela la completezza del progetto ideato da Bodini, che in quegli anni insegnava plastica: s’intende scultura, alla Università di Darmstadt (Land dell’Assia, in Germania).

Uomo fortemente radicato nelle zolle della sua terra, anche se lontano da essa, come uno dei tanti maestri lombardi che andavano a lavorare all’estero e tornavano per l’inverno, in tempo per far continuare la progenie e riportare immagini mai viste, incomparabili con le nostre modeste chiesette romaniche, da Darmstadt pensa a Gemonio e a far studiare dalla Scuola di Darmstadt delle Idee per una piazza del paese.

Vi provvede il professore Fritz Seelinger della facoltà di architettura della università tedesca con un gruppo di otto studenti. Da parte di Gemonio l’amministrazione e l’architetto Pozzi, coordinatore, si impegneranno a tradurre in opera le proposte di rivalutazione dell’ambito della Piazza della Vittoria di Gemonio.

I testi prodotti sono in due lingue, pubblicati in tedesco ed italiano. Concorre alle traduzioni un corpus di otto persone estremamente qualificate. Le foto di Pepi Merisio, intimo amico di Floriano, rivelano la realtà del paese vista con l’occhio di un maestro; la grafica è affidata alla mano sapiente di Walter Calini, di tutti amicissimo.

Il formidabile progetto rimase sulla carta perché considerato non realizzabile nel contesto degli equilibri della politica di paese e certamente perché una generosa dose di invidia si frappose a far crescere Gemonio… Amen.

Ma la lezione di Floriano è quella che va giustamente ricordata perché la pia illusione di chi scrive è quella che possa essere imitata da altri paesi, nello spirito di dedizione alle nostre memorie (ma ne abbiamo, diranno in tanti che non vogliono tirarsi su le maniche e rovesciare le tasche?), della loro promozione e del confronto con altre realtà culturali d’oltralpe per uno scambio che non sia quello del gemellaggio, la più triste invenzione del turismo prealpino.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login