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In Confidenza

EDUCATRICE DELLA FEDE

Don ERMINIO VILLA - 17/01/2025

“non hanno più vino”

“non hanno più vino”

È bello che il primo segno compiuto da Gesù sia l’acqua mutata in vino e vino di qualità per togliere dall’imbarazzo due sposi forse poco previdenti; un segno che restituisce al Vangelo il suo gusto gioioso, festoso.

Il vangelo e lo stile cristiano non possono essere ostili alla gioia di vivere se il primo segno compiuto da Gesù è questa sorta di diluvio di vino generoso perchè la festa di nozze non finisca nello squallore e nell’astinenza.

Ma la pagina di Cana è solo apparentemente semplice. In realtà è forse sovraccarica di simbolismi…

L’evangelista ci invita così a decifrare il segno per coglierne la profondità. In particolare due termini. Con ‘donna’ Gesù si rivolge alla Madre e che a prima vista ci sorprende. E qui si allude alla maternità di Maria per tutta l’umanità.

E poi con ‘ora’ Gesù indica l’ora decisiva della sua vita: la sua passione. Anche in quell’ora, suprema, ci sarà del vino, segno e memoriale del sangue sparso.

Andrebbero letti con grande cura i segni delle nozze, del banchetto, del vino…

A Cana Maria dice: “Non hanno più vino”, segno della sua premurosa attenzione. Lei sola tra tutti intuisce il disagio degli sposi, perché ha uno sguardo attento, intuitivo che sa leggere il nostro bisogno, ciò che manca per la nostra gioia.

La seconda parola è ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Maria indica nel suo Figlio l’unico Signore al quale dobbiamo volgerci. Così è la grande educatrice della nostra fede: in questo invito ad ascoltare e realizzare la parola di Gesù è detto tutto

Di quante carenze profonde soffre la nostra umanità: carenza di Dio, di fede, di punti fermi di verità, di punti d’appoggio affettivi, perché non fondati sulla roccia sicura dell’Amore che è Dio.

Ci manca la gioia e la fierezza della fede, che non ci fa più testimoni efficaci. Quanto c’è bisogno oggi di riscoprire il “vino buono” del Vangelo!

Ci manca lo sguardo di “vedere” il vicino, la contemplazione per gioire e creare la conoscenza della funzione delle mani. Ci mancano orecchie per vedere il miracolo.

Ci manca il linguaggio della carità per aiutare a vivere, le parole pulite per benedire, la coerenza della fedeltà per rinnovare il dono.

Ci manca la voce e la fantasia dell’amore.

Se non ci soddisfa il vino un po’ annacquato dal comune buon senso e da una lettura preconcetta del Vangelo, studiamo di più la Parola.

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