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Attualità

FEDE, ORO E VOLPI

SERGIO REDAELLI - 17/01/2025

pellegriniOgni epoca ha i suoi problemi. Al tempo di Carlo Borromeo, per esempio, il pellegrinaggio giubilare non era certo un viaggio di piacere. Così lo racconta il medico bergamasco Guglielmo Grataroli nella relazione pubblicata a Basilea nel 1561 con le raccomandazioni ai pellegrini che partivano a piedi, a cavallo o in carrozza: “Quando il viaggiatore arriva in una locanda la prudenza non è mai troppa: ovunque sono ladri e furfanti che vanno per le strade e sostano nelle locande con il solo scopo di compiere misfatti e ruberie. Sono furbi, fanno domande: «Donde vieni? Dove vai?». I viaggiatori esperti e avveduti conoscono bene questi tipi; gli inesperti ci cascano, a meno che non vi sia un oste vigile e onesto che li metta in guardia. Non mostrare mai di avere con te oro o argento. Se alla locanda persone che non conosci ti fanno troppe domande, rispondi il falso: con le volpi bisogna essere volpi”.

La relazione s’intitola De regimine iter agentium ed è riportata nel sito Viestoriche.net di Dario Monti e Rosalba Franchi, marito e moglie di Rescaldina, lui ingegnere lei docente scolastica, da oltre trent’anni originali girovaghi e documentatissimi cronisti di escursioni, di gite fuori porta e di colti vagabondaggi. Il sito è una bussola per chi viaggia, molto più di una guida storico-turistica per il Giubileo della Speranza che papa Francesco ha aperto la vigilia di Natale dello scorso anno. Fornisce notizie della storia civile e religiosa d’Italia, illustra i percorsi devozionali lombardi e piemontesi seguendo le antiche carte e i testi letterari, ispeziona i passi alpini, le vie d’acqua e i collegamenti stradali offrendo utili indicazioni al lettore, percorre, sperimenta e racconta gli itinerari per i pellegrini diretti a Roma.

La sezione degli Anni Santi è ricca di gustose curiosità, a cominciare dalla tribolata “transizione” dalla vecchia basilica di Costantino a quella nuova di San Pietro. Il primo progetto è del Bramante che pensa a una croce greca coronata da una cupola nel mezzo, ma l’architetto pesarese si guadagna la fama di “maestro ruinante” demolendo senza troppi scrupoli la crociera della chiesa costantiniana antica di dodici secoli. Anni dopo Michelangelo vuole riprendere alla lettera il disegno bramantesco eliminando i guasti provocati da chi ci ha messo le mani nel frattempo, vale a dire Raffaello Sanzio, Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo. Ma, dopo la sua morte, il papa Paolo V ordina all’architetto Carlo Maderno, ticinese di Capolago, di allungare la navata realizzando la croce latina che vediamo oggi.

Ecco, nel sito, le quattro basiliche lateranensi che il pellegrino deve visitare per ottenere l’indulgenza e la remissione dei peccati: S. Pietro, S. Paolo, S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore. L’itinerario è da percorrere a piedi, quasi dieci chilometri. Ecco la via Romea, Francigena o Francesca, ancora oggi percorribile per larghi tratti. Nata in epoca longobarda per collegare la capitale Pavia con la città santa attraverso il passo della Cisa, Lucca, Siena, Acquapendente, Bolsena e Viterbo, si allungò in direzione opposta fino a Canterbury, in Inghilterra, quando l’arcivescovo Sigeric si recò a Roma per ricevere il Pallium direttamente dalle mani del papa. Da allora comprende anche i tratti francese e svizzero di Calais, Reims, Besancon, Losanna, il passo del Gran San Bernardo, fino ad Aosta, Vercelli e Pavia.

Suggestive sono le “storie noir” legate al passaggio degli Appennini. L’Osteria Bruciata nei boschi di Firenzuola, sui rilievi montuosi tra Bologna e Firenze, fu tristemente famosa perché un malvagio oste uccideva solitari viaggiatori per impossessarsi dei loro beni e ne cucinava le carni, in mancanza di selvaggina, per chi arrivava dopo. Finì impiccato con tutta la famiglia e la taverna data alle fiamme. La stessa sorte toccò alla banda di briganti capeggiata dall’arciprete di Pietramala, sul passo della Futa, che assaliva i viandanti e li derubava d’accordo con una vecchia locandiera.

Ma il sito non racconta soltanto episodi di cronaca nera. Ricorda la presenza di Dante Alighieri a Roma nel primo Anno Santo indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300. Indica i luoghi dell’ospitalità giubilare a Milano all’epoca dei Visconti e degli Sforza, illustra le strade delle “obbedienze” nell’Italia settentrionale dove i pellegrini potevano contare sull’assistenza religiosa, ripercorre il tratto della Via Appia da Castel Gandolfo a Nemi, fa rivivere il tormentato viaggio di san Paolo prigioniero e incatenato da Cesarea e Malta alla stazione delle Tre Tabernae nei pressi di Roma, rivela i segreti della Via Micaelica, della Via Domitia e tanto altro. Tutto da leggere, d’un fiato.

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