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Zic & Zac

PASTICCIO SARDO

MARCO ZACCHERA - 17/01/2025

???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????La notizia che la Corte d’Appello di Cagliari ha dichiarato decaduta la presidente della Regione Autonoma della Sardegna Alessandra Todde ha sorpreso solo chi non ha seguito l’aggrovigliata vicenda legata alle elezioni sarde dell’anno scorso.

Dopo innumerevoli liti sulla scelta del candidato, infatti, il centro-destra riuscì a perdere delle elezioni teoricamente già vinte con un candidato (il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia) di fatto non sostenuto da chi avrebbe invece voluto la ricandidatura del presidente uscente Christian Solinas (del Partito Sardo d’ Azione e vicino alla Lega). Finì che Truzzo prese meno voti della Todde per la presidenza, ma le liste di centro-destra che l’appoggiavano vinsero su quelle della sinistra.

Per il sistema elettorale sardo (o, almeno, stando alle contestate interpretazioni conseguenti) alla vincitrice furono comunque assegnati i 36 seggi di maggioranza e solo 24 alle liste che avevano preso più voti.

Per l’assegnazione dei singoli seggi nacque poi un altro contenzioso perché alcuni furono attribuiti a circoscrizioni diverse da quelle assegnate in partenza stante il diverso afflusso di votanti registrati ai seggi nelle varie zone dell’isola.

A parte le liti sulla attribuzione dei seggi, sorse poi subito il problema personale della Todde che – dimostrando per lo meno una dabbenaggine da principiante – ha fatto di tutto per auto-distruggersi.

Non ha mai nominato il “mandatario elettorale” previsto dalla legge, non ha documentato contributi e spese mischiandoli con quelli del Movimento Cinque Stelle che l’appoggiava e comunque superando i limiti di legge.

Di qui la sentenza di decadenza del Collegio regionale di Garanzia elettorale istituito preso la Corte d’Appello, con mandato al Consiglio Regionale di ratificare la sentenza.

E qui scatta un altro problema, tutto politico: se il Consiglio Regionale (come è assolutamente probabile) respingerà l’atto della Magistratura, la Todde sarà decaduta per la legge, ma continuerà nel suo mandato e sulla sua decadenza si avvierà quindi un lungo contenzioso legale presso la Magistratura ordinaria.

Il voto (o il rinvio del voto) è scontato perché dichiarare la decadenza della Todde implicherebbe il contestuale scioglimento del Consiglio Regionale e quindi gli stessi consiglieri decadrebbero dal loro incarico faticosamente conquistato l’anno scorso.

Intanto la presidente Todde, pur dichiarando (come tutti confermano sempre a parole) di “aver piena fiducia nei confronti della Magistratura” non accetta la sentenza e conferma di avere “Il supporto della mia forza politica (ovvero il M5S, ndr) e di tutte le forze politiche della mia maggioranza”. In effetti la Schlein e Conte questa volta tacciono, in comprensibile imbarazzo.

Visto che la Todde presumibilmente continuerà quindi nel mandato si aprirà un’altra questione, ovvero l’effetto e la legittimità degli atti da lei approvati dopo la sentenza della Corte d’Appello.

Resta il dubbio sulla correttezza dell’intero processo elettorale sardo, ma soprattutto l’amara conferma per il centro-destra che – se avesse litigato di meno – avrebbe probabilmente vinto in Sardegna, soprattutto vista la pochezza dell’avversaria, dimostrata anche da queste vicende.

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