Iniziare l’anno augurando “buon compleanno” ad un mensile che proprio a gennaio compie settantacinque anni è molto di più di un formale auspicio di lunga vita per una sana e robusta informazione. Anzi di formazione, come è nello stile di Orientamenti Sociali dal 1950. E la storia di questo mensile, da anni leggibile anche in versione digitale, si associa all’indimenticabile – e non ricordata mai a sufficienza – figura di padre Mario Reguzzoni, nato a Busto nel 1926 e morto a Gallarate nel 2018, gesuita di grande cultura anche verso i problemi della scuola, analizzata con un respiro europeo. Collaborò fin da subito al mensile e ne fu direttore responsabile per tre anni dal 1993 al 1996. Ma al di là dei ricordi di stima e di gratitudine è doveroso fare nostre le parole, con le quali i curatori di Orientamenti Sociali introducono il numero di gennaio.
Nell’attuale panorama mediatico c’è ancora spazio per i mezzi di comunicazione che si propongono di offrire gli strumenti per formare un’opinione consapevole e critica sui fatti? Quale ruolo svolgono nel favorire la circolazione di idee e di opinioni e nel far conoscere i cambiamenti sociali, politici, culturali e scientifici? Queste riflessioni ci accompagnano come redazione di Aggiornamenti Sociali, perché riguardano il modo in cui concepiamo e realizziamo la missione, espressa sinteticamente nella frase “scoprire i legami in un mondo che cambia”. Per correttezza informativa quella frase riassumeva l’impegno programmatico già in quell’ormai lontano primo numero. E come non riconoscerci appieno nelle successive considerazioni. L’anniversario dei 75 anni della Rivista è l’occasione per ritornare a riflettere su questi interrogativi, che non riguardano solo il sistema dei media e le sue logiche di funzionamento nell’epoca digitale ma coinvolgono anche questioni centrali per la comunità civile. Ci riferiamo, ad esempio. allo svolgimento da parte dei media di quel ruolo di “quarto potere” a salvaguardia della democrazia…
Riflessioni note ma che non possono mai essere date per scontate.
Come non lo è il titolo del mensile. Se è chiara la definizione di orientarsi, cioè stabilire la propria posizione rispetto ai punti cardinali, leggasi valori, conoscendo il luogo - ma anche il tempo-in cui ci si trova, la direzione che si sta seguendo, non è così immediata l’applicazione culturale nella complessità sociale in cui viviamo. Bisogna allora chiedersi di quali strumenti o modelli sociologici abbiamo bisogno. Provocatoriamente potremmo proporre il 2025 come anno dedicato alla sociologia. Una ricorrenza lo giustificherebbe: il centenario della nascita di Alain Touraine. Certo fu il sociologo-bandiera del ’68 ma anche lo studioso delle ricadute sociali dei movimenti, dal femminismo all’ambientalismo. Una sociologia d’azione fu la sua. E se non vogliamo l’anno della sociologia, potremmo pensare al mese di gennaio. In questo mese, il 19, nacque Auguste Comte al quale in clima positivista si deve la sua attenzione alla cosiddetta “fisica sociale”, che diede origine al termine sociologia. Era solo l’inizio di un modo diverso di interpretare le dinamiche sociali. Un percorso non sempre facile. Basti pensare che in Italia soltanto negli anni Sessanta fu istituita la prima Facoltà di Sociologia a Trento, che non deve essere ricordata unicamente per la notorietà che ebbe nel ’68. Ma possiamo più semplicemente associare gennaio al grande filosofo-sociologo Zygmunt Bauman, morto il 9 gennaio del 2017.
Importante per lui – come per altri – non ridurlo allo slogan della modernità liquida. Il suo pensiero era ben strutturato facendoci capire le complesse contraddizioni della globalizzazione e suggerendoci come ” la capacità di agire liberamente dipenda dall’esistenza di spazi pubblici dove le persone possono incontrarsi, confrontarsi e collaborare”. E se anche pensare a gennaio come mese dedicato alla sociologia può sembrare eccessivo, forse basterebbe ricordare la “mission” di Orientamenti sociali che in mondo in continuo cambiamento non ha mai rinunciato ad essere uno spazio comunicativo aperto e di confronto. Come dovrebbe essere ogni sistema informativo-formativo.
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