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Storia

PRESEPE: IERI, OGGI

PIETRO CARLETTI - 20/12/2024

presepeIl presepio, così come lo allestiamo oggi, è il prodotto di una lunga serie di lente evoluzioni che vanno ben oltre le esili notizie riportate dai vangeli. Basti pensare che in essi non compaiono né il bue né l’asinello, né la grotta né la capanna (il vangelo di Matteo menziona una casa), tantomeno le pecore e i pastori. L’unico ad informarci della presenza di una mangiatoia, luogo in cui il Bambino è stato deposto in fasce, è l’evangelista Luca. Allo stesso modo i Magi, giunti ad onorare il “re dei Giudei” con ricchi doni, sono citati soltanto nel vangelo di Matteo, non sono tre come vuole la tradizione (il numero è imprecisato, corrisponderebbe ai doni) e nemmeno re (tradizione inaugurata da Tertulliano), ma seguono la stella, annuncio topico di una nascita prodigiosa.

Come si nota se dovessimo seguire le istruzioni dei Vangeli il nostro presepio sarebbe molto meno ricco di dettagli, emersi solo più tardi da notizie tratte dai testi apocrifi, dai Padri della Chiesa e da interpretazioni talvolta molto libere delle Scritture. Va detto, poi, che anche la tradizione iconografica non fu omogenea fin dal principio, ma si perfezionò e si arricchì nel tempo attraverso le rappresentazioni musive e scultoree (cominciate dal IV secolo) fino ad uniformarsi nelle opere dei pittori più noti (da Giotto al Beato Angelico, da Masaccio a Donatello, da Duccio di Buoninsegna a Jacopo dalla Quercia fino a Botticelli), che resero la Natività un vero e proprio caposaldo della storia dell’arte occidentale.

La tradizione del presepio deve molto anche a Francesco, il santo di Assisi e patrono d’Italia, che la notte del 24 dicembre 1223 allestì a Greccio un praesepium per celebrare la nascita di Gesù. Quando pensiamo al suo presepio, siamo sicuri di sapere come lo allestì? Forse stupirà, eppure non si trattava di una scena artefatta popolata di statuine, ma di una rappresentazione del tutto originale, priva del Bambino, di Maria, di Giuseppe, dei pastori e degli angeli. Tutta la scenografia del suo presepio fu organizzata attorno alla mangiatoia, vegliata da un bue e da un asino e prevedeva l’intervento di Francesco che secondo il suo biografo Tommaso da Celano aggiunse alla rappresentazione la voce degli animali, simulando il belato di una pecora. I personaggi umani (o sovrumani) per noi così importanti non furono suppliti da immagini per ricordarne la presenza, e la ragione della scelta di Francesco si spiega con il messaggio che il suo praesepium voleva evocare: essere testimone, anzitutto, dei disagi della nascita di Cristo («vedere in qualche modo con gli occhi del corpo i disagi che la sua infanzia [di Gesù] ha subito»), come suggerisce il suo biografo.

Nel complesso c’è da chiedersi se si può attribuire a Francesco il merito di aver allestito il “primo presepio”. No, ma in parte sì. No, perché nel XII secolo ci sono rappresentazioni precedenti alla sua, ad esempio a Montepellier o a Reichersberg. In più la scenografia della Natività allestita da Francesco a noi appare povera, se non incompleta, rispetto alle odierne. Essa era priva di statuette, ma prevedeva la presenza di un bue e di un asino vivi. Quanto alle pecore noi non ci sogneremmo di simulare il loro belato, lui invece non esitò a farlo. Sì, perché il presepio dell’Assisiate anticipò il nostro, animato come fu dalla partecipazione di donne e di uomini, di contadini e di artigiani che muniti di ceri e di fiaccole fecero risuonare il bosco di voci per partecipare ad un vero spettacolo. Tutte quelle genti, allegre e varie, sono “gli altri”, tuttora simbolicamente presenti nelle nostre statuine sparse fra le montagne di cartapesta e i prati di muschio.

L’ampio ventaglio di umanità pronta a dirigersi verso il figlio di Dio è il più bel messaggio di Francesco, l’eredità più ricca che ci ha lasciato. In questo lo abbiamo ascoltato, forse inconsapevolmente, ma se ne troverà conferma passeggiando per le vie di san Gregorio Armeno a Napoli, dove a rendere omaggio al Salvatore, oltre ai pastori, non è raro trovare fra i pastori statuine della Merkel o di Maradona. Incamminiamoci, dunque, tra le nostre valli per partecipare tutti alla gioia della Sua nascita. Il presepio è ovunque e ci attende per essere vissuto dal Sacro Monte, al centro città, fino al lago Maggiore. Buona avventura a tutti e buon Natale.

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