In un momento storico obbiettivamente non semplice per l’uomo come genere, la medicina gli riserva un’importante attenzione per quanto concerne l’aspetto salute.
Nel mese di novembre vi è infatti stata la prima edizione della Giornata Nazionale per la salute dell’uomo.
Molti di voi sapranno che anche la medicina è stata coinvolta nella grande bagarre della differenza di genere, ed in campo specifico direi con ampie ragioni, visto le evidenti differenze genetiche e fisiologiche esistenti tra i due generi.
Solo che fino ad oggi l’attenzione è stata quasi sempre puntata verso quello femminile, il fatto quindi che in questa occasione il focus sia su quello maschile, è già di per sé una notizia.
L’idea di base è ovviamente uguale, cioè porre la massima attenzione alla salute (maschio o femmina ovviamente è la stessa cosa) approcciando però il tema in modo sempre più personalizzato ed orientato verso il genere della persona.
La prima considerazione è che l’uomo ha una aspettativa di vita inferiore alla donna, la seconda è che molte ricerche confermano che l’attenzione verso la salute e la prevenzione al femminile è più alta.
Questo contro i dati che invece mettono in risalto come l’uomo sia il più esposto alle malattie cardiovascolari ed oncologiche.
Non si tratta chiaramente di fare una corsa tra i diversi generi ma semplicemente del fatto di utilizzare le differenze in modo costruttivo così da poter davvero tagliare su ogni singolo individuo la miglior prevenzione, il miglior iter diagnostico e, ove necessario, la miglior terapia.
Questo sempre nella logica sociale e di comunità molto chiara e cioè che più i percorsi sono scientificamente corretti, maggiori sono i risultati in termini di qualità della vita, sopravvivenza e risparmio economico.
Guardando le statistiche del 2023 le diagnosi di cancro sono state circa 395 mila delle quali poco più di 200 mila negli uomini. Il tumore più diffuso resta quello della mammella seguito da quello del colon retto, del polmone, della prostata e della vescica.
Il periodo Covid ha influito in modo negativo sulla vigilanza delle patologie perché le campagne più efficaci di screening sono saltate e riprese poi in modo quasi pre-pandemico nel 2022.
Questi progetti permettono di rilevare casi allo stadio iniziale soprattutto per i tumori della mammella (visita ed accertamenti strumentali) e del colon (ricerca occulta sangue nelle feci ed accertamenti strumentali).
A questi dati va aggiunto il fatto che il rischio di morte per soggetti con cancro ed infezione SARS COV 2, è risultato superiore di 2/3 volte nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.
Stimato anche il fatto che il numero assoluto anno di tumori salirà ogni anno dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne.
Di contro le morti evitate dal 2007 al 2019, che sono state circa 270 mila meno rispetto al periodo 2003/2006, sono segno evidente dell’efficacia della prevenzione e delle terapie immediate che confermano quanto il cancro diventi sempre più malattia curabile.
Gli stili di vita corretti e l’attenzione agli screening sono considerati ad oggi i due pilastri della prevenzione di questa patologia, qualsiasi organo colpisca.
Per tornare da dove siamo partiti cioè l’uomo, gli organi che vanno maggiormente controllati sono colon, polmone, prostata e vescica.
La Regione Lombardia ne sta proponendo uno (gratuito) per i propri cittadini che ha come obbiettivo la prevenzione dei tumori della prostata in alcune fasce di categorie maschili, una occasione da non perdere.
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