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In Confidenza

EDUCARE BENE

Don ERMINIO VILLA - 13/12/2024

La Crocifissione di Grunewald

La Crocifissione di Grunewald

Sulle rive del Giordano vive Giovanni Battista. Nella Crocifissione di Grunewald, sotto la croce di Gesù, il pittore ha collocato il Battista che proclama: «Lui deve crescere e io diminuire».

Così illustra il ruolo dell’educatore. Giovanni è totalmente relativo a Gesù, mette sulla strada dell’incontro con Gesù.

È l’amico dello sposo, consapevole che il suo battesimo è solo segno esteriore del desiderio di conversione, ma non la realizza efficacemente. Solo il dono dello Spirito di Gesù conferirà forza ‘ri-creativa’ al battesimo.

Lui è grande educatore soprattutto perché mette i suoi discepoli alla scuola dell’unico vero Maestro, Gesù. Non gli deve esser stato facile privarsi dei suoi discepoli, certo attirati dalla sua vita austera e dalla sua parola infuocata.

Ma proprio questo è lo stile dell’educatore autentico, non possessivo, ma capace di additare una verità sempre più grande. È l’educatore alla fede in Gesù.

Chi sa educare bene non si preoccupa di richiamare su di sé l’attenzione dell’uditorio, ma piuttosto della verità da trasmettere. In un certo senso, quindi, deve rendersi progressivamente inutile…

Il cardinale Martini nella lettera pastorale “Sto alla porta” diceva: «Sono due le figure del Nuovo Testamento che esprimono meglio di altre questa qualità di un vero lavoro educativo e comunicativo: Giovanni Battista e Maria di Nazareth, entrambi capaci di rinviare all’unico Maestro. “Non sono io il Cristo, ma sono mandato innanzi a lui… Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,28-30).

Quel grande educatore che è stato don Lorenzo Milani ha scritto: «Stanotte ho pensato che era meraviglioso veder sgorgare dalla mia scuola un virgulto vigoroso e diverso con tutti i suoi segreti gelosi, con una infinità di ideali in comune con me e con un’infinità di segreti suoi che non spartisce con nessuno. È qui il fine ultimo di ogni lavoro educativo: tirar su dei figlioli più grandi di noi, che ci possano superare. Solo allora la vita di quell’educatore ha raggiunto il suo compimento e nel mondo c’è progresso».

È tentazione per l’adulto proporre sé stesso e tendere a creare nei propri figli, nei giovani a lui affidati, la propria immagine. Impariamo da Giovanni a non sequestrare la libertà dei discepoli, ma ad essere pronti a farci da parte, a diminuire, perché l’Altro, l’unico vero Maestro, cresca.

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