Quando alla Confartigianato di Cesena hanno aperto la mail, nessuno credeva ai propri occhi. Tra le tante offerte giunte dopo l’ultima alluvione che ha colpito l’Emilia, spiccavano 102 dollari da un gruppo di parrucchieri del lontano Venezuela: un paese stremato da una feroce dittatura dove lo stipendio medio non arriva a dieci dollari al mese. Una somma che ricorda l’obolo della vedova del Vangelo visto che nel paese latinoamericano sopravvivere è la grande sfida quotidiana.
Dietro a questo miracolo della carità c’è l’opera di Alejandro Marius, fondatore di “Trabajo y Persona”, associazione senza fini di lucro nata a Caracas, con la missione di promuovere il valore del lavoro nella società venezuelana. L’Ong promuove la dignità della persona attraverso percorsi formativi realizzati in collaborazione con le Istituzioni, le aziende, la Chiesa, le scuole e Università locali che ancora riescono ad operare nel paese latinoamericano.
Uruguaiano di nascita, venezuelano di adozione con origini italiane (suo nonno era friulano), Alejandro, cinquant’anni, sposato con quattro figlie, ingegnere, con un ruolo dirigenziale in una grande multinazionale per l’America Latina, nel 2008 ha lasciato un posto di lavoro sicuro e ben pagato per fondare l’associazione al termine di una esperienza di discernimento. “In particolar modo in un dialogo spirituale con la madre benedettina Cristiana Piccardo -ha raccontato pochi giorni fa a Roma in un incontro pubblico organizzato da Comunione e Liberazione- ho capito più a fondo che il mio desiderio di essere utile doveva tradursi in qualcosa di concreto, qualcosa che potesse aiutare i venezuelani ad avere un rapporto positivo con il lavoro”.
Parte da qui la storia di una realtà nella quale trenta dipendenti collaborano con oltre venti centri di formazione in tutto il Paese : il 40% dei tremila giovani e donne disoccupati che hanno seguito i corsi di “Trabajo y Persona” si è messo in proprio. Un garage di una parrocchia è diventata una cioccolateria che dà lavoro a donne vittime di violenza. In molti locali di periferia sono nati centri di formazione per badanti visto che in Venezuela il numero di anziani soli cresce a dismisura a causa della fuga delle giovani all’estero.
L’ idea di fondo è quella di accompagnare le persone a realizzare un percorso che possa garantire loro una vita dignitosa. “L’emergenza che viviamo nel nostro Paese si traduce di solito in politiche assistenziali assolutamente deficitarie vista la scarsità di risorse – spiega Marius -. Noi cerchiamo invece di offrire una proposta che sia di auto-aiuto e sviluppo”. In particolare l’attività di sostegno alle persone più deboli si sviluppa nella direzione di favorire comunità dove gli individui si sostengono a vicenda condividendo i loro bisogni. Tra le esperienze proposte oltre a quelle citate ci sono i corsi per parrucchiera, pensati per le donne dei quartieri poveri che poi prestano servizio a domicilio o realizzano il salone a casa propria, programmi per formare falegnami, meccanici, idraulici in un paese dove nessuno può comprare nulla di nuovo e tutti cercano di riparare quello che ancora funziona.
Molte mamme disoccupate studiano poi per inserirsi nel mondo della ristorazione: iniziano come volontarie alla mensa Caritas fino a quando la pratica diventa un lavoro che può dare loro da vivere. “Scommettiamo sulla creatività della persona” conclude Alejandro “ mentre tutti intorno a noi si lamentano e ripetono che in Venezuela nulla mai cambierà”.
Intanto a Caracas il Natale è cominciato da due mesi. Si tratta di una delle tante trovate di Maduro per distrarre l’opinione pubblica dalla drammatica situazione quotidiana. Ma un pugno di luci ed un albero addobbato non basta a sfamare un popolo che soffre.
You must be logged in to post a comment Login