Otto sconfitte in 10 giornate: questo il ruolino di marcia nella Serie A 2024/2025 di basket della Pallacanestro Varese. Il posto occupato in classifica è il penultimo.
“Ci siamo abituati” potrebbe asserire qualche tifoso biancorosso davanti allo status quo, portando alla propria mente gli anni di sofferenza che nell’ultimo quarto di secolo hanno abbondantemente superato quelli “lisci” e vincenti. Vero, ma solo in parte. Una ricerca statistica nemmeno troppo impegnativa porta a scoprire che solo altre tre volte, dal 1945 a oggi, dopo dieci giornate di campionato una versione della Pallacanestro Varese era stata capace di collezionare solo due successi.
È accaduto nel 1981/1982, nel 2000/2001 e nel 2007/2008. E allora facciamo un rapido tuffo dentro questi fotogrammi del passato.
Nel primo caso la società decise di considerare conclusa l’epoca di Elio Pentassuglia e di affidarsi all’americano Richard Percudani, passando per il brevissimo interregno di Beppe Gergati: il cambio di allenatore fu proficuo, la squadra si risollevò e concluse il proprio campionato agli ottavi di finale playoff, perdendo contro Gorizia.
Nel 2000/2001 stesso copione in panchina: considerato inadeguato Federico Danna, che aveva fatto faville negli anni precedenti a Biella, al suo posto venne chiamato un lupo di mare della pallacanestro italiana, il vecchio e caro Dado Lombardi. La cura di “Dadone” funzionò tra alti e bassi, tra ceffoni e carezze al suo amato Gianmarco Pozzecco, lasciato a briglia sciolta con la lancia in resta: l’ultima versione dei mitici Roosters risalì la china fino all’11° posto, salvandosi.
Drammatico l’ultimo esempio. Velijo Mrsic, stella dello Scudetto da giocatore ma in enorme crisi nel suo debutto da allenatore, fu avvicendato da Valerio Bianchini: il Vate, e i Castiglioni proprietari con lui, provarono a rivoluzionare la squadra, Masnago diventò più affollata di un aeroporto tra partenze e arrivi, ma nulla valse a evitare la seconda, storica, infame retrocessione.
Verrebbe da fare un calcolo, volutamente semplicistico ma utile a sottolineare il pericolo: iniziando il proprio cammino con soli due hurrà su 10 gare, si ha il 33,3% di possibilità di cadere in seconda serie se ti chiami Varese… E chissà se oltre alla parte gloriosa, quella dei 10 titoli italiani conquistati, delle 10 finali di coppa consecutive giocate, dei trionfi europei e intercontinentali scritti sugli almanacchi, il nuovo padrone del vapore varesino, Luis Scola, conosce anche questa parte meno nobile della storia della Pallacanestro Varese…
Quel che è certo è che stavolta non si seguiranno prontuari prestabiliti, qualcuno forse direbbe anche “saggi”, per uscire dalla crisi. L’allenatore, Herman Mandole, non verrà cambiato, salvo ripensamenti nel caso in cui il filotto di sconfitte dovesse continuare. E la Varese americano-argentina non solo non cambierà condottiero, ma non cambierà nemmeno difesa, attacco, accorgimenti agli avversari, modalità di allenamento, modalità di approccio ai propri giocatori, modalità di gestione delle partite: tutto, si suppone fino a prova contraria, resterà fedele alla filosofia imposta dall’avvento dell’ex campione NBA, riassumibile nel termine “Moreyball”: primato assoluto delle statistiche, gioco a una sola velocità (che se non viene raggiunta però sono guai…), scarse contromisure difensive, timeout prestabiliti, scarsa fisicità, niente “urlacci” ai giocatori, eccetera eccetera (potremmo andare avanti per righe…).
San quel che fanno, in piazzale Gramsci? Speriamo, perché il rischio è altissimo… Il rischio è quello di dilapidare un pezzo di storia proprio mentre ne è in costruzione un altro.
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