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Apologie Paradossali

LA GRANDE INCOMPIUTA

COSTANTE PORTATADINO - 13/12/2024

Varese policentrica con le sue castellanze ed i rioni

Varese policentrica con le sue castellanze ed i rioni

(S) È ormai Natale, ma dal mio prossimo sento quasi solo lamentele: difficile scegliere i regali, difficile scegliere il menù del pranzo, difficile trovare un’occasione di vacanza, difficile circolare in Varese a causa del traffico caotico.

(C) ALT! Se vogliamo essere paradossali e nello stesso tempo concreti, ci occuperemo solo di quest’ultimo problema, pensando che siamo alla fine di un anno, si preparano i consuntivi e si manifestano i buoni propositi proprio quando c’è magari qualcuno più disposto ad ascoltare.

Il traffico varesino ha una caratteristica speciale, derivata dalla storia urbanistica, fatta di radici remote e di scarsi e non coordinati interventi recenti, che si sostanzia nel sommare un flusso centripeto/centrifugo a seconda dei momenti della giornata, con più flussi di attraversamento, determinati dalla presenza dello sbocco autostradale a poche centinaia di metri dal centro storico, nell’assenza di un minimo di circonvallazione.

(O) Volendo come sempre essere ottimista, terrei conto del miglioramento ottenuto, soprattutto in uscita, grazie al nuovo ingresso di Largo Flaiano, anche se c’è chi dice che il caos si è spostato verso il centro. Il fatto che l’opera infrastrutturale più significativa forse degli ultimi vent’anni non sia percepita come risolutiva, ci deve indurre ad una riflessione coraggiosa, quasi utopistica, che non arretri di fronte al problema del costo e nemmeno a quello del possibile disagio in fase realizzativa, nonostante i non felici esempi di Piazza Kennedy e Largo Flaiano. Ma perché della circonvallazione nemmeno si parla più?

(S) La risposta competerebbe ai politici di entrambe i poli, considerando che anche il centro-destra avrebbe avuto tempo e opportunità per iniziare, almeno, ad affrontare il problema. Invece siamo nel Paese dell’Incompiuto:

1) il raddoppio del raccordo autostradale (di zamberlettiana memoria) si ferma dove giustamente sarebbe dovuta iniziare una circonvallazione su due rami, uno a congiungersi a viale Europa, l’altro a togliere Bizzozero dalla necessità di entrare in autostrada dal centro o attraverso un lungo giro;

2) il mancato raddoppio del tratto ferroviario FFS tra Varese e Induno, colpevole di frequenti ritardi sulla strategica tratta Svizzera-Malpensa;

 3) L’unificazione delle stazioni ferroviarie e la creazione di una stazione autobus praticamente non realizzate, (cara grazia che finalmente sono state poste pensiline agli stalli degli autobus),

4) ci si domanda che fine ha fatto il masterplan dell’area Bainsizza- Montesanto-Macello,

5) Sacro Monte e Campo dei Fiori penalizzati da scarsa accessibilità sia nelle giornate di potenziale afflusso (parcheggi) sia in quelle normali (funicolare ferma), quindi poveri di attrattive.

(C) Voglio dare una mano ai sogni di Onirio: Varese possiede per storia e natura del territorio una caratteristica fisica che le grandi città anche più moderne faticano a conseguire: un policentrismo fino a poco tempo fa reale, costituito dalle antiche “castellanze” e in modo diverso dai vecchi comuni aggregati alla città all’epoca del suo innalzamento a capoluogo di provincia. Il policentrismo era una risorsa preziosa soprattutto socialmente; la gente che ci era nata o ci viveva da tempo non si sentiva di abitare in una periferia, ma in un luogo strutturato, con una propria identità. Non è un caso che il comune di Milano, impegnato come Varese nella revisione del Piano di governo del Territorio, abbia appena promosso un bando per raccogliere idee in funzione di un progetto di valorizzazione del policentrismo. Quasi quasi si dovrebbe pensare a candidare le medie città della Lombardia, come Varese, ad essere poli funzionali nel quadro di una “Grande Milano” che eviti di ridurre anche noi a periferia, come ha fatto con tutti i comuni una volta agricoli e ricchi di tradizioni e di identità, ora malamente riempiti di funzioni ancillari rispetto alla metropoli e poco o nulla supportati dalla mal riuscita istituzione della città metropolitana.

(S) Ci siamo molto allontanati dal tema iniziale del disagio prenatalizio, forse da giudicare più psicologico che materiale, sfruttiamo l’occasione di mandare queste osservazioni come una LETTERINA, ma non a Gesù Bambino (lo immaginiamo impegnato a consolare i bambini vittime delle innumerevoli guerre), non a Babbo Natale, arruolato dal marketing, che ha perso ormai quasi tutte le caratteristiche paracristiane ereditate da San Nicola e Santa Klaus, ma proprio a tutti i politici anche a quelli impegnati nelle istituzioni più che locali, nella consapevolezza “onirica” che opere come quelle da completare o, più ancora, come lo spostamento in galleria delle Ferrovie Nord (progetto ACG Vivirolo-Casbeno), dei raddoppi dei loro binari, della funicolare del Campo dei Fiori, della circonvallazione, dell’ampliamento dei percorsi urbani del trasporto su gomma, richiedono unità d’intenti, gioco di squadra e disponibilità di risorse a stento immaginabili, se non, appunto, come dono di un Natale straordinario.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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