Il biennio 2024-2025 si conferma come l’oca grassa per il Comune di Varese, grazie anche al “Turbo” del PNRR, quindi ai fondi comunitari, e anche ai progetti condivisi con altri enti pubblici, Stato e Regione in primo luogo. Così, pazienza (si fa per dire) se i fondi di perequazione governativi, diminuiscono di mezzo milione di euro – “quasi una sorta di premio per aver speso bene i soldi dei grandi progetti e dei fondi europei”, dice con amaro sarcasmo qualche assessore”. Il Comune, in compenso può contare per il secondo anno sui quasi 4 milioni in più che ora vengono dai ristorni dei frontalieri (dopo l’abbassamento dal 4 al 3% della popolazione della soglia per ottenere erogazioni dirette) e sulla fine dei “risparmi obbligati” per colmare il disavanzo lasciato dall’amministrazione precedente.
Soprattutto, ci sono i fondi del PNRR: i 34 progetti per 110 milioni di euro che per il 65% sono completati o in fase esecutiva, ha potuto annunciare il sindaco Davide Galimberti insieme con la presentazione del
preventivo 2025 e del piano triennale 2025-2027. Ultimo “fuori sacco” è un progetto di riqualificazione edilizia alle Bustecche: l’investimento PNRR “saltato” in zona ex Macello per il ritiro del partner privato è stato riconvertito in social housing e studentato. Vedremo, se i destinatari gradiranno ugualmente.
Sono numeri importanti. Il Preventivo 2025 e il DUP, ovvero il programma triennale, un fitto documento di 280 pagine, confermano che Varese è una “macchina” da cento milioni di euro nella spesa di gestione – 104 milioni nell’anno che si conclude, oltre 98 nel prossimo – anche se poi gli effetti di trascinamento ( i “residui”) fanno lievitare i numeri di spesa effettiva.
La “marcia in più” è tuttavia quella delle spese in conto capitale: gli investimenti. Se il 2024 ha visto il picco di 171,5 milioni, nel 2025 sarà la pur sempre rispettabile somma di 86,7 milioni. Minore la differenza se si guarda alle uscite effettive, cioè alla “cassa”: rispettivamente 151,6 e 135,3 milioni. Numeri che nelle previsioni andranno poi a ridursi a 60 milioni nel 2026 e al 22 nel 2027, quando cesserà la “spinta” del PNRR, ai cui fondi il Comune ha attinto a piene mani. I fondi Next Generation EU fanno la parte del leone, ma non si possono trascurare i progetti cofinanziati, come la ex Caserma Garibaldi – nuovo polo culturale (una ventina di milioni con Regione e Provincia), o la sistemazione viabilistica di Largo Flaiano (circa 5 milioni, con Ministero e Regione) oltre al Piano Stazioni, vicino alla conclusione ma non completato.
Dove vanno queste spese? L’articolato documento presentato dall’assessorato retto da Cristina Buzzetti indica per la parte in conto capitale uscite di competenza di 37,8 milioni nell’Urbanistica ed edilizia pubblica: tra questi, una vasta rigenerazione della zona Valle Olona e poi interventi di social housing,
rivolti in particolare ai giovani). Lo Sport e tempo libero, con importanti opere di ristrutturazione e manutenzione impianti, conta altri 17 milioni. Altri 10 milioni e mezzo (ma 21,7 di uscite di cassa) sono per gli interventi nel Settore scolastico (ristrutturazioni, nuove opere, digitalizzazione). Anche il settore Cultura prevede interventi in conto capitale per 7 milioni nel 2025 e ben 16 l’anno dopo. Trasporti e mobilità porteranno investimenti sostanziosi, per 16 milioni (ma ben 30 milioni è la previsione di cassa), compresa la mobilità elettrica, anche se si menziona la consueta “chimera” (perché lo sia lo abbiamo già scritto) del collegamento con Milano in 30 minuti.
Per la spesa corrente che, accanto alle spese di funzionamento della macchina comunale che sono 22,5 milioni, il grosso è previsto per l’Istruzione e Diritto allo studio (10,4 milioni di competenza ma 14 di cassa. La Polizia Locale e amministrativa pesa per 4,9 milioni (6,5 di cassa).. Le Attività culturali vedono 3,5 milioni (4,5 cassa), l’Ambiente e Sviluppo sostenibile indica spese per quasi 18 milioni (23 di cassa), ma una quindicina sono per la sola raccolta rifiuti (Sangalli), che si paga con la Tari. Un “mega-cliente” della spesa comunale sono i Servizi sociali e Famiglia, con 20,7 milioni di spesa corrente (26,6 le uscite di cassa). Altrettanto dicasi per i Servizi Sociali e famiglia, con uscite correnti per 19,2 milioni (23,6 quelle di cassa) che vanno dai nidi alle spese per anziani, ai disabili, all’esclusione sociale Tanto per l’istruzione quanto per i servizi sociali, solo una parte è coperta dalle rette, perché il resto sono soldi comunali e a Varese, ricordiamolo, i nidi comunali non si pagano.
Sono risorse importanti, forse irripetibili con la fine del PNRR. Ecco, se anche in Consiglio Comunale, invece delle diatribe de minimis, tipo le agevolazioni di qualche decina di centesimi sui parcheggi pubblici o la destinazione di qualche campetto di periferia si discutesse con almeno pari rilievo di temi di indirizzo e di investimenti milionari, ci sentiremmo tutti più rassicurati. Non ci facciamo illusioni. Tema caldo é però quello delle competenze e risorse umane. Livelli retributivi bloccati e piante organiche ferme condizionano proprio gli uffici maggiormente chiamati in causa. Varese non sfigura rispetto ad altri centri, ma ritardi nelle esecuzioni, qualche controllo non sempre tempestivo ne sono la manifestazione. Gli ultimissimi provvedimenti governativi potrebbero dare luce verde sul secondo punto, ma il primo, quello del reperimento delle competenze, rischia di restare una ferita aperta.
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