La prima sommossa popolare scoppiò a Palermo il 12 gennaio e seguì subito Vienna: la primavera dei popoli del 1848 ebbe l’avvio in inverno. Seguì un anno di sommosse, rivolte popolari e moti rivoluzionari, il vero ‘48. Insorse Milano con le Cinque giornate, Brescia con le sue Dieci, Venezia…. Radetzky scappò da Milano nascosto su un carro per il trasporto di damigiane. Il feldmaresciallo boemo vi rientrò dopo la vittoria a Custoza su Carlo Alberto e migliaia di volontari. La reazione degli occupanti austriaci fu di particolare ferocia e violenza. Radetzky, governatore del Lombardo Veneto, rilasciava fogli con condanne a morte in bianco. Tra il 1848 e il 1849 firmò 961 tra impiccagioni e fucilazioni, quasi 5000 furono le condanne al carcere, innumerevoli gli espropri di beni, gli esiliati. Si raggiunse l’apice tra il 1851 e 1853 coi martiri di Belfiore. Un gruppo di 110 patrioti lombardi e veneti vennero arrestati rei di detenere, possedere, cartelle del “Prestito Mazzini”.
Furono impiccati o fucilati per questo orrendo crimine anche tre sacerdoti cattolici, patrioti, don Enrico Tazzoli, don Giovanni Grioli e don Bartolomeo Grazioli, con irritazione dei vertici della Chiesa. Tito Speri e Carlo Poma e tanti altri impiccati seguirono. La violenta repressione messa in atto dal Radetzky a Milano mise in imbarazzo perfino la corte di Vienna che non poteva certo rimuoverlo dopo che lo stesso aveva salvato il Lombardo Veneto e quindi l’Impero. Questo è il Marcio di Radetzky. Il successo su Carlo Alberto a Custoza fu così importante per le sorti di tutto l’Impero asburgico che Strauss padre in poche ore scrisse l’inno della vittoria della reazione e dell’imperialismo trionfante, la famosa marcia di Radetzky.
Un inno alla vittoria anche delle forche, centinaia, montate in Lombardia (Milano e Mantova) e Veneto. È una bella marcetta militare, una marcia. Fu persino suonata una volta, dentro un museo del Risorgimento, quello di Varese, pensate, caso unico in Italia, un primato tutto varesino. Tafazzi non è nessuno in confronto agli italioti che, ignoranti, battono a Capodanno le manine. In Francia vieterebbero di suonarla, per non celebrare il boia al posto dei patrioti appesi. L’ importante è esagerare: quest’ anno gli italioti, a Capodanno, dovrebbero alzarsi dal divano davanti alla tivù e mettersi ritti in piedi, fronte alta e mentre battono le mani dovrebbero battere a ritmo anche i piedi, per diventare più ridicoli. W l’Itaglia.
You must be logged in to post a comment Login