Il palazzetto dello sport di Masnago, si chiamava semplicemente così quando venne inaugurato il 3 dicembre 1964 e tre giorni più tardi ospitò la prima partita della Pallacanestro Varese “targata” Ignis, compie 60 anni. Sessant’anni che non dimostra affatto, al di là delle migliorie e degli ampliamenti che sono stati realizzati negli anni, perché la struttura esterna, sotto il profilo estetico davvero bellissima, non è stata miracolosamente modificata.
A parlare della necessità di un nuovo palasport fu per prima la Prealpina, che già il 7 febbraio 1958, a fronte del crescente successo di pubblico della Pallacanestro Varese (nata nel 1945 e in breve tempo protagonista della disciplina a livello nazionale), aveva sollecitato la costruzione di un impianto più capace e accogliente rispetto alla angusta Casa dello Sport di via 25 Aprile, chiamata più comunemente “Palestra dei pompieri” perché al di sotto era appunto ospitata la caserma dei vigili del fuoco. E fu ancora la Prealpina a proporre di dedicare l’impianto a colui che lo aveva più di tutti voluto, il sindaco Lino Oldrini, scomparso prematuramente proprio in quell’anno.
Ci vollero tuttavia ancora un po’ di tempo e la conquista del primo scudetto da parte della Ignis, nel 1961, perché a livello comunale si giungesse alla decisione e fu l’impegno di Oldrini a rendere possibile una iniziativa certamente onerosa per le casse comunali (350 milioni di lire) ma anche non più procrastinabile.
Quasi incredibile a dire, i lavori ebbero inizio nel settembre del 1962 e si conclusero in poco più di due anni, giusto in tempo per l’inizio del campionato 1964-65 che proprio quell’anno ritardò di parecchio perché la Nazionale aveva preso parte alle Olimpiadi di Tokyo, concluse verso la fine di ottobre.
Il nuovo palazzetto dello sport di Varese, progettato dallo studio dell’ingegner Sergio Brusa Pasqué, è a pianta poligonale su 16 lati, con una superficie coperta di 3440 metri quadrati e nella sua versione “primaria” poteva ospitare 4300 spettatori, capienza poi aumentata con successivi interventi per adeguarla alle disposizioni della Federbasket, che oggi richiede per gli impianti di serie A un minimo di 5300 posti a sedere.
Inizialmente i settori erano assai meno rispetto a oggi: parterre, distinti numerati (il settore centrale di fronte alle panchine, con seggiolini in legno), gradinate e curve.
Finalmente la Pallacanestro Varese, reduce dalla conquista del suo secondo scudetto, poté varare una campagna abbonamenti in grande stile: costava 15.000 lire la tessera del parterre (10.000 per donne e under 15), 7000 lire quella dei distinti (5000 il ridotto), 3500 lire quella delle gradinate (2500) e 1800 lire infine quella riservata agli studenti (300 lire andavano all’istituto scolastico).
L’inaugurazione dell’impianto, con una miriade di autorità guidate dal sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo Emilio Battista e dal sindaco Mario Ossola, successore di Lino Oldrini, avvenne il 3 dicembre 1964, tre giorni prima dell’apertura al pubblico.
Non poteva che essere l’Ignis a tenere a battesimo la sua nuova casa: avvenne appunto domenica 6 dicembre 1964 alle ore 17.15, a quel tempo orario canonico per la pallacanestro, avversario di turno la All’Onestà Milano.
Prima della gara inaugurale, però, fu necessario qualche test in un impianto che era ancora quasi un cantiere. Il mercoledì prima della partita furono per primi Toto Bulgheroni e Aldo Ossola ad “assaggiare” il parquet, non ancora “segnato”, mentre il giorno successivo l’Ignis disputò una amichevole di allenamento con l’Algor, al termine della quale i giocatori delle due squadre ebbero l’amara sorpresa di una doccia gelata a causa di un guasto all’impianto di riscaldamento, presto riparato.
La partita della domenica non riservò grandi sorprese: reduci dal successo nella gara di esordio in campionato disputata la domenica precedente a Livorno (59-44), i gialloblù guidati in panchina da Vittorio Tracuzzi si imposero per 78-64 con 17 punti di Vatteroni, 15 di Gavagnin, 14 di Ossola e 13 di Cescutti. Bello che anche sull’altro fronte a vivere questo avvenimento storico per la città di Varese ci fosse una squadra con molti “ex”: l’allenatore Garbosi e poi Gatti, Toth e Vaccaro, per non dire di Sandro Gamba che una decina d’anni più tardi avrebbe collezionato trionfi anche a Varese.
Il palasport di Masnago mantenne per poco la sua imbattibilità: il 10 aprile il Simmenthal si impose ai gialloblù per 83-69 ipotecando così lo scudetto del 1965.
Il 24 gennaio il palasport di Masnago aveva ospitato il primo evento internazionale di basket. L’Italia di Nello Paratore aveva affrontato la Francia nell’ambito della “Coppa delle Cinque Nazioni” rimediando una netta sconfitta (62-74), sonoramente contestata dal pubblico varesino.
Nel corso degli anni il palazzetto di Masnago ha ospitato tantissimi avvenimenti legati a sport diversi dal basket (pallavolo, pugilato, tennis, scherma, ginnastica) ma anche al teatro (Dario Fo e non solo) e alla musica: diversi i complessi musicali, a cominciare dai Jethro Tull e da tanti importanti gruppi italiani, oltre a tutti i cantautori più famosi, si sono esibiti davanti alla più ampia platea della provincia di Varese.
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