Se n’è andato un cronista di razza, come si diceva un tempo: Ezio Motterle. Gl’inizi al Giornale di Varese, poi maxi-periodo di guida nella redazione locale del Giorno, infine supporto volontaristico a Radio Missione Francescana. Ci conoscevamo: un rapporto leale tra colleghi. Rivalità nella correttezza. E stima vicendevole. I fondamentali della professione osservati con scrupolo, il primato dell’etica idem.
Lui era determinato a vedere di persona, controllare, metterci lo zic del pignolo nel lavoro quotidiano. Vecchia scuola, antichi dogmi, passione genuina. Il giornalismo inteso non come mestiere, ma accolto come vocazione. Alcuni uguali a Ezio, nella sua generazione, che oggi tocca i settant’anni e va oltre. Scuola dura d’apprendistato, voglia di migliorarsi sempre. Sintesi: dedizione nell’umiltà. Una sorta di francescanesimo della penna, che a Varese denunzia lunga storia, molti interpreti. Fummo casa di fogli battaglieri, cólti, iperdocumenati durante la seconda metà dell’Ottocento; e di firme divenute importanti fuori dei nostri confini, rispondendo alla chiamata d’illustri testate; e di un formidabile editore-direttore a nome Giovanni Bagaini, che fondò la Cronaca Prealpina dirigendola per quarant’anni, finché nel 1928 i fascisti non lo misero alla porta.
Ci guardiamo all’indietro e vediamo una prestigiosa tradizione. Omaggio a Ezio che l’ha onorata. E omaggio al periodico Varesefocus, che celebra in questi giorni i venticinque anni con una serie d’iniziative. Lo vollero gl’industriali, ne confezionò l’abito elegante il primo direttore Mauro Luoni, scegliendo un contenuto che mischiasse le vicende dell’economia con quelle del territorio: problemi e visioni del mondo aziendale, racconti di quanto sta intorno al pulsare del cuore produttivo. Storia, arte, costume. Fermenti culturali, innovazioni d’ingegno, affreschi paesaggistici. La riscoperta/scoperta di tesori della tradizione, di ogni declinazione del bello, di sontuosi regali della natura. Una linea di pensiero continuata dai successori, oggi affidata alle mani sicure di Davide Cionfrini, e che fa vetrina di sé nell’edicola nazionale: Varesefocus esce accompagnandosi al Sole24Ore. Si parva licet.
Siamo rimasti fedeli al compito, se non alla missione, che i trascorsi c’impongono. Il campo dei media è largo, più stretta l’area di chi vi appartiene ispirandosi a un misterioso carisma, percepito pur senz’averlo visto arrivare. Sembrerà una fantasticheria, ma non è. Il giornalismo di provincia, spesso fornitore benemerito dei media di maggior blasone e popolarità, affonda qui radici profonde seguitando a far germogliare piante rigogliose. Hanno il profumo fashion delle rotative d’una volta, e non c’è progresso digitale che annulli l’aroma acuto/l’immagine retrò. Ecco perché possiamo ben parlare, a proposito d’informazione, di fiore all’occhiello. Anzi, di fior fiore.
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