Esci che incredibilmente è già sera.
Saluti cortesemente il portiere gallonato e sei certo che dal tuo atteggiamento non possa affatto capire come è finita.
Un volto e uno sguardo, il tuo, sottilmente ma percettibilmente sorridenti.
Nessun evidente rammarico.
Ricordi perfino di passargli, quasi sfiorandogli la mano, l’ultimo ‘luigi’.
Percorri a passo normale i due o trecento metri che ti separano dall’auto e, camminando, lanci di quando in quando uno sguardo al lago, scuro e in qualche modo minaccioso vicino alla riva, lucente di riflesso e festoso sull’altra sponda, verso la città.
Nessun preciso pensiero.
Aspetti.
Sai che tra poco l’affanno prenderà il sopravvento e cerchi di procrastinare quell’istante.
In macchina, seduto le mani in grembo, rifletti – se possibile senza davvero riflettere – su piccole cose e, per cominciare, se girare subito la chiave e partire o fermarti un qualche momento a pensare.
Ed eccoti, poi e d’incanto, in viaggio.
Ti aspettano casa e la vita vera.
I momenti, le ore quando capita, di cercata e consapevole sospensione dalla realtà sono alle spalle.
È andata male e, per quanto tu conosca benissimo la risposta, cominci a chiederti del come e del perché, prima, avessi pensato che potesse andare differentemente.
A parte tutto – e non dovevi dimenticarlo – non sei in ‘gobba’ e non solo per quel che riguarda la roulette.
Pare che da ultimo non te ne vada bene una.
Hai chiuso lo studio, non lavori e in famiglia sembra non sappiano cosa fare di te.
E hanno ragione.
Ti verrebbe voglia di pensare a un domani purchessia, ma non ce la fai.
Il punto…
Certo, devi fare il punto della situazione.
Sei confuso, ma senti che hai bisogno di un distacco, di un gesto che significhi qualcosa, che dimostri a te stesso che vuoi cambiare.
Occorre una svolta.
Sei quasi alla frontiera.
L’ultimo distributore di benzina a sinistra.
Mentre ti fanno il pieno, vai alla toilette.
Un minuto e, tirata fuori dal portafoglio la carta d’identità, la strappi in quattro, otto, sedici pezzi, la butti nel water e fai scendere l’acqua.
Ecco, adesso, senza documenti, nei casinò non puoi più entrare.
Per altri non sarebbe un atto definitivo.
Basta denunciarne lo smarrimento e rifarla, ma tu non sei fatto così.
Tu sai smettere.
Di nuovo alla guida e ti accorgi di stare meglio.
Tutto considerato, pensi, non è stata una cattiva giornata.
Fra poco, ora lo sai, ne verranno di migliori.
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