Sono 185 i cantieri ancora aperti quando mancano solo trentasette giorni all’inizio del Giubileo della Speranza e lo stress derivante dal traffico impazzito rischia di mettere in secondo piano la sacralità dell’evento. La preoccupazione del Vaticano ed ora anche della Diocesi è però evidente: davanti a lavori importanti come quelli di piazza Pia, Piazza Risorgimento, Piazza San Giovanni, il nuovo Vicario di Roma Monsignor Baldo Reina avverte «i disagi che stanno vivendo in questo momento tanti cittadini e che sono sotto gli occhi di tutti. Speriamo che i ritardi che stiamo constatando si possano recuperare nel minore tempo possibile».
Dal Campidoglio si ostenta sicurezza: «I cantieri del Giubileo stanno procedendo meglio delle nostre aspettative - replica il sindaco e Commissario straordinario Gualtieri – a Dicembre concluderemo più cantieri di quelli che avevamo previsto. Molte opere sono addirittura in anticipo sui tempi». C’è però da aggiungere che la consegna di una parte dei lavori è stata spostata a Giubileo in corso ma non dovrebbe trattarsi di opere strategiche.
Se i romani sono per ora ostaggio degli ormai odiati reticolati rossi e dei manifesti bianco/gialli che segnalano i lavori in corso, molti tra di loro guardano già preoccupati al 2025 quando 35 milioni di pellegrini (queste le stime attese per il prossimo anno), faranno il loro ingresso, sia pur scaglionato, nella capitale. Anche dividendo per dodici (ma giocoforza alcune date cruciali saranno “sold out”) si tratta comunque di due milioni e settecentomila persone al mese in più, quasi centomila al giorno.
La domanda che sorge spontanea è quindi: riuscirà il già deficitario sistema romano dei trasporti a reggere l’impatto?
L’incertezza è grande ma non nuova. Già ai tempi di Bonifacio VIII, in occasione del primo Giubileo indetto nel 1300, le cronache parlavano di duecentomila visitatori al giorno in una città che ai tempi contava 35.000 residenti.
Una soluzione individuata dall’amministrazione capitolina sta in un massiccio ricorso allo “smart working” per i residenti. Nei giorni scorsi infatti il sindaco Gualtieri ha presentato un’ordinanza per il lavoro remoto indirizzato ai dipendenti pubblici. Quanto alle aziende private, il commissario straordinario per il Giubileo ha firmato un accordo con la Regione Lazio, la Città Metropolitana di Roma, le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e datoriali (Unindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, LegaCoop, Cna, Confcooperative, Agci) che prevede la stipula di intese aziendali per aumentare le giornate di smart working per i dipendenti.
Per chi lavora nella capitale una boccata d’aria. Ma la misura basterà a reggere l’onda d’urto?
Nel frattempo torniamo al significato originario del Giubileo che ci ricorda come in questa vita terrena siamo tutti pellegrini chiamati a vivere una unione più profonda con Gesù. Dopo la Porta Santa della Basilica di San Pietro il 24 Dicembre, Papa Francesco aprirà la domenica successiva 29 la Porta Santa di San Giovanni in Laterano. Il 1° gennaio 2025 sarà la volta della Basilica di Santa Maria Maggiore. Infine, domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura.
Comincerà così un anno ricco di appuntamenti, la maggior parte dei quali già fissati. «Ci attendono dodici mesi impegnativi – chiosa Monsignor Rino Fisichella, responsabile del Giubileo per il Vaticano – ma il banchetto di nozze è pronto. Adesso aspettiamo gli invitati».
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