(C) Questa volta abbiamo ricevuto un compito davvero difficile: chiarire l’idea di transumanesimo, al seguito di Musk e degli esperimenti di Neuralink, Ci scusiamo fin d’ora di dover ricorrere ad informazioni e a giudizi altrui, già pubblicati, impegnandoci solamente a fornire ai nostri lettori una prima e sommaria valutazione.
(O) Prendo le prime informazioni da un articolo di Rachele Mazzaracca, pubblicato sul sito OSSERVATORIO TERAPIE AVANZATE nel giugno scorso. Preferisco partire dai fatti, benché ancora coperti da riservatezza.
“Sono passati poco più di cento giorni dalla notizia del primo essere umano ad aver ricevuto un impianto cerebrale Neuralink, dopo il via libera ottenuto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense a settembre, che ora ha accordato il proseguimento degli studi su altri umani volontari. Una tappa fondamentale, specialmente se si guarda agli obiettivi della startup di Elon Musk: aiutare i pazienti a superare i limiti della paralisi e una serie di condizioni neurologiche, e un domani migliorare le capacità umane. L’operazione prevede l’utilizzo di un robot per posizionare chirurgicamente un impianto di interfaccia cervello-computer (BCI) in una regione del cervello che controlla l’intenzione di muoversi con l’obiettivo di consentire alle persone di muovere un cursore del computer usando solo il pensiero.”
(S) Fin qui, nulla da eccepire. Sarà più avanzata, ma non sarebbe eticamente diversa da tante altre tecnologie applicate a terapie rivolte a casi altrimenti incurabili. Si tratterebbe solo di superare un pregiudizio: che si stia andando contro natura. Ricordo che non molti decenni fa la legge proibiva ogni genere di trapianto di tessuti da persona a persona, tanto che fece scalpore e in certo modo scandalo il trapianto delle cornee di don Gnocchi, alla sua morte, contro la legge vigente. Oggi, al contrario, ci si scandalizza di chi si nega a questa possibilità. Ma il problema non sta qui, ma nell’uso, appunto TRANSUMANO, di fornire a un individuo la capacità di conoscere e di agire con potenzialità ben superiori a quelle di persone “normali”. Chi garantisce che questi “superuomini” o “superdonne” non approfittino dei loro poteri? È la domanda di padre Benanti, il frate consulente del Papa e dello Stato italiano per l’intelligenza artificiale:
” Aspettando di avere più dati sull’annuncio di Musk, ci sono due elementi che fanno pensare. Il primo è il ruolo di Musk stesso. Già in un ambito come quello spaziale il miliardario è riuscito a cambiare le regole del gioco: un settore che era gestito da grandi compagnie di Stato e finalizzato alla ricerca o a scopi militari è riuscito con SpaceX e con Starlink a trasformarlo in un grande mercato. Vorrà forse fare la stessa cosa con Neuralink, trasformando la ricerca neuro-scientifica in un nuovo profittevole mercato? Il secondo elemento è di prospettiva: se Neuralink è in grado di sviluppare impianti biotecnologici in grado di interagire con il cervello, chi ci garantisce che questi siano pensati solo per permettere alla persona di esprimersi e muoversi e non diventeranno invece strumenti per cambiare il funzionamento del sistema nervoso mentale e magari alterare stati mentali e cognitivi? Anche nelle tecnologie impiantabili abbiamo bisogno di algoretica.”
(C) Algoretica è l’etica degli algoritmi, la necessaria combinazione, secondo Benanti, tra l’applicazione dei metodi informatici che consentono di dare un valore misurabile ad ogni genere di informazione, comprese quelle umanistiche e strettamente personali, e l’etica, la filosofia che si occupa dei fini propriamente umani e quindi della liceità dei mezzi per perseguirli. L’ambiente culturale in cui matura l’idea di Musk, il TRANSUMANESIMO ha radici nell’illuminismo e nel positivismo, il concetto è stato espresso per la prima volta già nel lontano 1957 da Julian Huxley, biologo darwiniano, fratello del più noto Aldous autore del romanzo Brave New World (Mondo Nuovo) in cui ha immaginato un mondo governato da una minoranza di scienziati che sottomettono attraverso la tecnica, la programmazione genetica e la droga un’umanità divisa in classi ‘genetiche’. Al contrario, Julian ha preconizzato un futuro in cui l’umanità protragga l’evoluzione biologica e cognitiva, superando i limiti “naturali” grazie alla tecnologia. La sua idea di un “umanesimo evoluzionista” ha influenzato la missione dell’UNESCO.
(O) Posso anche capire i vostri timori, se guardate alla posizione di Musk come sostenitore di Trump, ipoteticamente interessato a realizzare una grande, forse pericolosa utopia, proprio attraverso l’influenza sull’uomo politico più potente del mondo. Da altri punti di vista si osserva che il potenziamento dell’attività cerebrale dell’individuo umano potrebbe diventare la sola possibilità di resistere alla supremazia dell’intelligenza artificiale, una volta che arrivasse ad un livello tale da potersi porre fini propri e non dover essere attivata e poter essere controllata da quella umana. Tuttavia mi sembra meravigliosa e irrinunciabile l’impresa di potenziare le capacità della mente umana. Come tutte le innovazioni, anche questa costituisce una sfida, crea un’opportunità che può essere usata per il bene o per il male.
(C) Costante (O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi
You must be logged in to post a comment Login