(S) Ma di che volete discutere, in questo martedì dal valore globale, quando votano milioni di Americani, senza che noi possiamo partecipare, gioire o soffrire per il risultato; soffrire sì, per una situazione in cui non è previsto il pareggio, ma non è più neppure prevista quella grandezza d’animo che fece accettare a Gore la sconfitta per pochi voti. E di fatto ci troviamo davvero nella terza guerra mondiale a capitoli. Forse neppure domani, magari tra giorni o settimane sapremo chi ha vinto e aspetteremo l’anno nuovo per il passaggio del potere. Dall’incertezza non può che nascere l’angoscia.
(O) Io dico invece che può nascere la speranza. Bisogna guardare alla sincerità delle intenzioni delle persone, al di là delle idee e degli schieramenti. La speranza mi sembra il messaggio che Francesco porta ad Emma Bonino, andandola a visitare a casa sua.
(S) Davvero? A che scopo?
(C) Nessuno, sembrerebbe, se non portare se stesso come testimone delle massime virtù cristiane, fede, speranza, carità. Accomunati, penso, dalla certezza che la vita sta per compiersi e che tutto quello che ciascuno vorrebbe ancora fare è limitato dai fatti, quanto meno da quelle sedie a rotelle su cui sono ambedue costretti. Dall’altra parte del mondo si decide invece chi avrà a disposizione la valigetta nera con le chiavi atomiche, ma non sembra si sia consapevoli dell’importanza della scelta, tanto risibili sono gli argomenti che vengono usati da entrambe le parti per ottenere il consenso.
(O) Non perché sono un sognatore e nemmeno perché credo nell’azione della Provvidenza, credo che siamo sulla soglia di un nuovo inizio, pur difficile. Per il mondo intero, per la Chiesa e se volete, magari anche per la nostra città e la sua Chiesa locale, come ci ha suggerito il card. Parolin, domenica scorsa, celebrando il quarantesimo della salita di GPII al Sacro Monte. Certo, il mondo è diverso da allora, ma forse non peggiore. Domenica non c’erano le folle di allora, straboccanti e esaltate da un ‘tifo da stadio’, tanto da far arrabbiare il Papa che voleva che recitassero il rosario con Lui. Ci sono state preghiere e riflessioni e il rinnovato invito a non aver paura e a spalancare le porte a Cristo, riprendendo il tema del primo discorso del Papa neoeletto.
(C) Mi è sembrato che il cardinale Segretario di Stato, primo collaboratore del Papa, fosse ben consapevole dello straordinario compito che potrà e dovrà svolgere la chiesa nel prossimo futuro, proprio a causa della debolezza culturale, morale e persino ideologica dei poteri statali e istituzionali. Chi potrà tener vivo il primato della persona contro le logiche di massa, siano esse capitalistiche, mercantili, nazionalistiche, collettivistiche e non so che altro? Chi vorrà accogliere logiche di penitenza e di perdono? Né le grandi potenze, né le organizzazioni internazionali sembrano rendersi conte dello sfacelo che stanno preparando, badando solo ai propri interessi, meschini moralmente anche quando giganteschi materialmente. Quando sembra che ci rimanga poco da fare, viene il momento di avere molto da sperare, con rara sapienza la Chiesa propone l’anno santo “Peregrinantes in spem” e chiede di trasformare i “segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio… in segni di speranza.”
(O) Proprio come fa il Papa andando a casa di Emma.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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