“Non di solo pane vive l’uomo”, ricordano i vangeli di Luca e di Matteo, ma questa volta l’invito riguarda una delle attività più rappresentative della varesinità, che quando dà il pane si chiede anche il “come”. Da una parte c’è chi “lascia”, perché ormai gli anni avanzano e le vocazioni scarseggiano, nel caso specifico le Suore della Riparazione in via Bernardino Luini, che in questi anni hanno assicurato il pasto serale a centinaia in stato di disagio-. Dall’altra c’è chi “raddoppia” ed é la Casa della Carità alla Brunella, gestita dai volontari della Pane di Sant’Antonio, ad assumersi l’ onere aggiuntivo coprendo quindi l’intero arco della giornata pur con modalità per ora diverse.
Non sarà un semplice cambiamento d’indirizzo, perché il quadro cambierà progressivamente, a far data da lunedì 11 novembre). Una data che coincide con il giorno di San Martino, il soldato romano che con la spada tagliò il suo mantello per riscaldare il povero infreddolito, come ricorda don Marco Casale, che della Pane di Sant’Antonio è presidente, oltre che da un paio di mesi è anche parroco della Comunità pastorale di Gavirate.
La Chiesa varesina è fortemente impegnata nell’operazione come ha mostrato la presentazione a Palazzo Estense del nuovo quadro operativo con la partecipazione del vicario episcopale don Franco Gallivanone, che ha parlato di “risposta concreta all’emergenza che si è venuta a creare”. oltre alla presenza del nuovo prevosto Mons. Gabriele Gioia, nonché di fondazioni e associazioni, a partire dalla Caritas. Il Comune di Varese, attraverso l’assessore Roberto Molinari, ha garantito la continuità dei sostegni finanziari sin qui forniti, che ammontano a 30 mila euro complessivi. Il fabbisogno resta comunque rilevante e anzi in crescita: a fonte di un servizio oggi fondamentale nella comunità varesina, sarà ancor più decisivo il ruolo dei donatori – in natura come i supermercati e con risorse finanziarie da grandi e piccoli sostenitori. Nello stesso tempo, si è sottolineato nell’occasione, vi è fame non solo di “pane” ma anche di spazi, perché mensa, emporio (il “supermercato solidale)” guardaroba, servizi come docce e ambulatorio medico farmaceutico, oggi presenti alla Brunella, richiedono spazi più adeguati.
Il passaggio delle consegne non è stato automatico ed è anzi complesso. In queste settimane gli addetti della Casa della Carità / Pane di Sant’Antonio stanno incontrando uno ad uno i fruitori della mensa di via Luini per verificare ogni condizione ed identificare eventuali alternative delle modalità d’accesso ai servizi. La struttura della Brunella, infatti, è nota per l’approccio molto “mirato” ai vari servizi, che si tratti della mensa, dell’emporio, del guardaroba: si accede alle prestazioni attraverso l’utilizzo di una carta, che prevede i diversi livelli di abilitazione e nulla è lasciato al caso.
Da una parte, alla Brunella, vi è una mensa che, anche per motivi di spazio, riesce a erogare 85-100 pasti caldi individuali sul posto al giorno e tra i vari servizi ha, soprattutto per le famiglie, l’emporio, che è una sorta di supermercato solidale (sempre con card e registrazione). Dall’altra, quella delle suore, c’era una realtà che erogava a 150-160 fruitori giornalieri oltre 350 “sacchetti” composti da un primo caldo e secondo preconfezionato: numeri che indica la presenza si un’utenza multipla, quindi anche nuclei familiari. “La differenza è sostanziale” spiega don Marco a RMFonline. “Una famiglia sottointende una casa: si tratterà di verificare se questa è adeguata, se ci sono gas e energia elettrica, ma in questo caso piuttosto che la mensa, può venire dall’accesso all’emporio con le sue derrate alimentari da cucinare a casa”. Insomma, non è il caso di trattare il single senza tetto e la famiglia, magari numerosa allo stesso modo. E soprattutto, occorre fare rete “A Varese ci sono diverse strutture che operano egregiamente da anni: attraverso la conoscenza specifica delle varie realtà di bisogno, che sono anche dinamiche, potremo meglio indicare a chi rivolgersi.”
E poi c’è il volontariato da riorganizzare. Oggi la realtà più corposa è quella della Brunella, con circa 250 volontari, impegnati su un vasto ventaglio di attività, contro il centinaio della struttura di via Luini. Inevitabile quindi e anzi auspicabile, una progressiva confluenza e riorganizzazione già in corso.
Un altro aspetto in divenire sarà quello dell’erogazione del servizio. In questa prima fase in servizio serale manterrà ancora la forma del “sacchetto” da asporto, ma man mano verranno “scremate” e riorganizzate le utenze familiari, anche questo quadro andrà a cambiare, con possibile attivazione anche della consumazione in loco.
Ultimo ma non mano rilevante aspetto che è stato accuratamente valutato è quello della “compatibilità ambientale”. L’obiettivo è quello di evitare le code per strada, che caratterizzavano il servizio in via Bernardino Luini, sgradevoli tanto per gli utenti quanto per i residenti. L’obiettivo è anche quello di evitare situazioni di tensioni. La selezione/riduzione dell’utenza nelle modalità previste, insieme con la garanzia che tutti saranno comunque soddisfatti, va in questa direzione. A questo si aggiunga anche il lavoro dei volontari dell’Associazione Carabinieri in Congedo.
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Per chi vorrà contribuire nelle varie mobilità, i contatti sono: Casa della Carità, Via Marzorati 5/A Varese – Tel 0332 2326 635 / 331 3546 438 mail: info@panedisantantonio.com – www.panedisantantonio.it
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