La Chiesa unisce in due giorni vicini il ricordo di santi e morti: oltre ai Santi che stanno nelle nicchie di altari e nel calendario ci sono quelli di casa nostra che insegnano a diffidare dalle persone che puzzano di perfezione.
Il loro ritratto ci viene riconsegnato con le Beatitudini, che sono la carta d’identità di Gesù: in quanto crocifisso compie in sé la prima parte: è povero, afflitto, affamato, perseguitato; in quanto risorto compie in sé la seconda parte: è consolato, trova misericordia, vede Dio come Padre, è riconosciuto e chiamato Figlio di Dio.
Per noi beato è chi vale, chi ha, chi può: beato lui! L’uomo contemporaneo dichiara il suo star bene senza padre e senza valori: “beato chi non ha regole!”, senza madre e senza premura: “beato chi se la gode!”, senza fratelli e senza gratitudine: “beato chi si è fatto da solo!”. O ci sbagliamo noi o si sbaglia lui.
Per Gesù il beato è chi trova una felicità “senza oggetto”: ciò che rende pieni e realizzati è una serenità interiore che non ha bisogno di dipendere da cose o da persone, da approvazioni o da sensazioni, da “like” o da “followers”.
Non esclude le lacrime, ma le versa trasformandole in collirio. In gioco non c’è il luccichio della “bella vita”, ma la luminosità di una “vita bella”, come quella dei nostri morti, santi nostrani e casalinghi.
Ma tutti i nostri morti sono in paradiso? perché allora l’Apocalisse dice che gli “eletti” sono 144.000? Ma c’è ancora posto allora? Quel numero è un’immagine simbolica nella logica della Cabala (12 x 12 x 1000).
1000 indica completezza, il grado massimo. 12 i popoli per l’Antico Testamento e i patriarchi di Israele, 12 gli Apostoli nel Nuovo Testamento mandati nel mondo, 12 sono i mesi, le lunazioni, i segni dello zodiaco, quindi indica che il posto è per tutti. Ognuno è prezioso per Dio. Nessuno è escluso. Mai.
12 poi è 3×4, 3 simbolo di Dio (la perfezione tridimensionale) e il 4 è simbolo dell’uomo realizzato in un mondo equilibrato (i punti cardinali, gli elementi della natura, le stagioni): è l’unione di divino e umano, cielo e terra, spirito e materia.
Ciascuno ha la possibilità di una scelta libera di qualità. L’amore di Dio è tanto grande da rispettare fino all’ultimo la libertà di ciascuno, rischiando di sentirsi dire in faccia “non mi interessi!”, oppure (chissà) di sentirsi abbracciare.
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