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Il racconto

COLPO BASSO

MAURO DELLA PORTA RAFFO - 18/10/2024

scopa

Occorre quella sera.
Là, nel bar cantina.
L’unico del paese.
La quarta volta che entro per un analcolico prima di tornare al ritiro.

La sola uscita quotidianamente consentita.

I quattro che sembra ci vivano, alquanto imbenzinati, intenti alla scopa, seduti al tavolo in fondo.

Un paio di habitué, già visti e inquadrati.

Due, normali, al biliardo, stecche in mano.

Non ha finito il barista di servirmi che entra uno tutto strano.

Sbarellato, sembra.

Mi riconosce e sbruffoneggia:

“Ma guarda chi c’è?

L’imbattuto.

Vieni qua che ti stendo io!” e si mette in guardia.

So cosa fare in questi casi e seguo la regola.

Evitare discussioni e, non sia mai, risse.

Pago e con la possibile cercata indifferenza faccio per girargli attorno.

Parte col destro.

Paro e gli do di mancina un colpo di mezza portata al tronco.

Si piega.

Due passi e sono fuori.Più tardi, nella fattoria che funge da ritiro e luogo di allenamento, il serale massaggio.

La spalla sinistra è dolorante.

Mi sa che l’ho messo male quel pugno.

“Va a letto.

Starai certamente meglio domani”, mi invita e m’assicura il masseur.Dormo poco.

Dopo colazione, nella stalla adibita a palestra, provo i movimenti.

Ho difficoltà a portare il jab col sinistro, il mio colpo migliore.

È manovrandolo come solo io so fare che vinco.

Li tengo lontani, i contendenti.

Devono pagare pegno per portarmi qualche colpo allo stomaco o in zona fegato.

E alla fine…

Ok, al match mancano dieci giorni.
Lo sistemiamo di sicuro il danno.
E oggi, domani magari anche, leggeri in alto.
Lavoriamo solamente le gambe e curiamo il fiato…

Antivigilia e non sto bene affatto.
So come va a finire.
Il job lo manovro come devo per un tre o quattro riprese e poi butta male.
Chiedere un rinvio?
È una delle possibili strade.
Forzare all’inizio per metterlo giù subito, lo sfidante?
E se non va?
Se ha una qualità è che incassa.

Scegliamo la terza.
Parto come so, prendo in mano il confronto, e poi mi fermo, come fossi a quel punto infortunato.
Perdo per intervento medico.
Ho gli anni giusti per lasciare e farlo senza in verità sfigurare nulla toglie alla mia fama.

Visto che ci siamo, una bella scommessa a tre e mezzo contro uno sul frillo aggiungerà materiale.
Se così dev’essere, ripieghiamo sulla grana.

Sabato sera, infine.
Ring.
Dodici corde.
Pronti.
Due riprese secondo copione.
Alla terza, il tale mi piazza un colpo talmente basso che stramazzare e vincere per squalifica è un gioco.

È tutto al rallentatore.
La gente guarda e vede passare un paio di secondi.
Per quello colpito duro trascorre molto più tempo.

Valuto, malgrado.
Vado giù e perdo i quattrini scommessi?
Resto in piedi suonato e le prendo?

Rassicurato l’arbitro, continuo.
È meravigliato il desso.
Lo porto all’angolo e glielo riempio io il sotto cintura.
A tutta.
Mi fermo soltanto quando il referee mi blocca mettendosi in mezzo per subito dopo alzare il braccio al nuovo campione.
Che non pare contento.

Le solite cose, dopo.
Gli chiedo platealmente scusa.
La gente applaude.
Gli mettono la cintura.
È andata.

Un’ora appresso, al ristorante.
Vado in bagno e lo trovo.
“M’hai fatto perdere un sacco di soldi stasera”, fa con aria d’accusa.
“Come l’hai retto quel cazzotto?
Aveva tutta l’anima”.
Puntavano anche lui e il suo clan, insomma, alla squalifica…
E chissà che cifra vista la quota decisamente più bassa…
Può succedere davvero di tutto sul ring.

Non mi resta che confortarlo.
Adesso è lui il campione!

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