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Editoriale

EREDI

MASSIMO LODI - 18/10/2024

palazzoVarese e il futuro amministrativo. Tre anni dall’avvio della legislatura, due alla fine. Si comincia a pensare al successore di Galimberti? Non si comincia ancora a sinistra, dove i problemi della quotidianità locale son così tanti da impedire d’affrontarne d’ulteriori. Neppure a destra s’inizia per davvero a meditarci su, pur se lo si dovrebbe fare. Iniziative estemporanee qui e là (Bianchi, Marsico, Puricelli, eccetera), zero strategia di coalizione. Non si sta costruendo l’alternativa al primo cittadino in carica. La scelta arriverà in extremis, un must della casa. Nessuno “studia” da sindaco, né dentro il Consiglio comunale né fuori. Sbagliato: le traversate minoritarie, specialmente quelle lunghe un decennio, vanno affrontate affidandosi alla possibile, futura guida maggioritaria.

Salvo miracoli, nessuna chance di terzo mandato: sull’ipotesi di correzione legislativa è calato il silenzio, a parte qualche vocìo leghista. Dunque no all’eventuale Galimberti ter. Previsto altrove il domani dell’odierno inquilino di Palazzo Estense: forse in Regione, forse in Parlamento, forse in enti-chiave della governance pubblica. L’esperienza farà da autorevole biglietto da visita: gli amministratori capaci diventano spesso un’utile risorsa politica. È questo il caso. Con beneficio della varesinità, favorevole al collocarsi d’un suo rappresentante in ruoli influenti extra moenia bosine.

Quanto all’erede, l’opzione più semplice è pescare fra gli stretti collaboratori. Parliamo di assessori. Non manca chi ha acquisito titoli per subentrare all’uscente: Molinari, Perusin, Civati. Ma l’elenco potrebbe allungarsi. Poi c’è chi, come Marantelli, vanta uno storico carnet d’esperienza e non lo negherebbe al partito e all’alleanza. Alleanza, ecco. Toccherà al nuovo rassemblement di centrosinistra la parola decisiva, determinata dal programma prima che dalle persone.

Idem percorso ci si aspetta, nella convenienza generale, dal centrodestra. Idee, progetti, visioni. Quindi la scelta dell’uomo/della donna capaci d’interpretare il ruolo di protagonista. Esprimendo sintesi autorevole e orizzonte di continuità nel rinnovamento urbano. Intento obbligato dopo Galimberti, chiunque sia il depositario del lascito d’impegno precedente: proseguire sulla linea tracciata, migliorarla immaginando un futuro realistico, non arretrare sulla retrovia nostalgica/infeconda. Varese, uscita nel 2016 dalle secche d’una lunga impasse, deve insistere nel correre.  Ritoccando, certo, alcune posture sbagliate; alzando il ritmo dell’andatura; raggiungendo competitori municipali che van più forte di lei. Ma guai al contrario: le marce (indietro) lasciamole al passato. Viva il running.

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