Molte pagine sono state dedicate al tema della comunicazione pontificia al tempo di papa Francesco; pertanto, è venuto spontaneo confrontare le novità del suo pontificato con quelle dei suoi predecessori.
Di primo acchito si potrebbe pensare che il genere dell’intervista sia una sua innovazione, eppure non è così se si pensa che già Giovanni XXIII, Paolo VI e poi Giovanni Paolo II concessero incontri ai giornalisti.
Dove si riscontra, dunque, il cambiamento nell’ambito della comunicazione di Bergoglio? Certamente nel dialogo, nell’energia vulcanica del linguaggio orale non setacciato dalle maglie strette e spesso ben più formali dei testi scritti.
Un dialogo che è paradigma e strumento efficace dello stile dinamico del suo pontificato. Un esempio del logos bergogliano si può trovare tra le pagine del recentissimo volume (Sii tenero, sii coraggioso. Conversazione con i gesuiti del mondo) di padre Antonio Spadaro sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, che ha raccolto le conversazioni del papa con i confratelli gesuiti durante i suoi viaggi apostolici.
Il testo è stato presentato settimana scorsa, giovedì 3 ottobre, a Roma presso la Casa generalizia della Compagnia di Gesù dal curatore, dalla giornalista Monica Maggioni e dal cardinale Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale del Sinodo dei vescovi.
I dialoghi raccolti sono un vero e proprio invito «ad andare in viaggio con il papa», come sottolinea Hollerich. Non si tratta, però, di un’esperienza comune, ma di un viaggio lungo sette anni dai paesi europei al Cile, dal Giappone alla Thailandia, dal Mozambico al Madagascar.
In ognuno di questi luoghi il pontefice ha invitato le persone che incontrava a fargli domande cui «non ha mai rifiutato di rispondere», dice Spadaro, ma ha dimostrato di accogliere con vicinanza e tenerezza ogni richiesta, spesso anche con il sostegno di consigli pratici.
D’altro lato ciò che più colpisce è che il papa non dia mai risposte definitive a nessuno, né ai giovani cattolici né ai gesuiti.
Egli raccomanda loro la concretezza e la «saggezza del discernimento», antidoto che libera dal pericolo di agire con limiti e criteri a priori: «nella vita non è tutto nero su bianco o bianco su nero. No! Nella vita prevalgono le sfumature di grigio. Occorre insegnare a discernere in questo grigio», dice il papa ai gesuiti polacchi.
Altro aspetto fondamentale di Sii tenero, sii coraggioso è il tema dei giovani e della loro formazione, non è un caso che il libro si apra e si chiuda con due Giornate mondiali della gioventù, in Polonia nel 2016 e in Portogallo nel 2023.
Concretezza e discernimento come strumenti, giovani e educazione come protagonisti rappresentano il futuro, tempo cui papa Francesco dedica profonda attenzione considerando i suoi aspetti più critici.
Come affrontarlo? Anzitutto è necessario «educare il cuore», dice Bergoglio ai gesuiti lituani, prendersi cura della formazione di «tutto l’uomo», per «uscire da un’eredità negativa dell’Illuminismo che consiste nell’immaginare l’educazione come un riempire la testa di idee».
Ma non basta, perché i giovani «hanno futuro, se hanno radici», altrimenti resteranno in balìa dei venti, del momento. Il domani, quindi, comincia oggi con una domanda: «dove sono le mie radici? Ho radici? Le mie radici sono tenaci o deboli?».
Ecco, quindi, che il libro assume un’ulteriore qualità, quella di testimoniare la vita di un papa che non solo predica, ma vive le parole che dice al popolo della Chiesa: egli raccomanda di cercare le radici e così fa andando a trovare i confratelli sparsi nel mondo, per confrontarsi con la sua vocazione e con il carisma gesuita.
Egli pratica ciò che raccomanda ad una giovane ragazza polacca, quando gli chiede cosa debba dire ad un amico o ad un’amica che non crede in Dio, affinché possa diventare credente: «L’ultima cosa che devi fare è dire qualcosa. Comincia a fare qualcosa. Poi sarà lui o lei che ti chiederà spiegazioni su come vivi e perché».
Sii tenero e generoso ha il pregio di essere un libro innovativo non solo per il genere letterario, che rende pubbliche parole private, ma anche di consegnare a tutti un compendio dei grandi temi del recentissimo Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità, segno di una Chiesa proiettata verso il futuro.
You must be logged in to post a comment Login