(C) Voglio rispondere insieme alla domanda di mia moglie, perplessa e forse anche un po’ angosciata. “Ma cosa sta succedendo nel mondo?” e alla richiesta del direttore di dare un giudizio sintetico su Gaza ad un anno dal massacro. Deluderò chi si aspetta un giudizio politico, un’analisi dei fatti e delle responsabilità.
Tutto quello che è accaduto e sta accadendo, anche in altre circostanze e in altri contesti del mondo, manifesta l’ECLISSI DEL SACRO. Che si tratti di ferocia in guerra anche contro civili, donne e bambini, dell’aborto, degli abusi sui minori, del razzismo, del rifiuto del soccorso ai migranti in pericolo, (tutti temi trattati dal Papa nella conferenza stampa durante il volo di ritorno dal Belgio) questo irrompere di azioni, giudizi, rivendicazioni di diritti che sarebbero stati persino impensabili pochi anni fa, avviene a causa della scomparsa, spero parziale e transitoria, del concetto stesso di ‘sacro’.
(O) Non mi è chiaro.
(C) C’è un livello di sacro che precede le religioni stesse, le loro annunciate rivelazioni divine. Davanti all’evidenza che nessuno di noi si è fatto da sé, emerge la domanda sul PRIMA e sull’OLTRE e di fronte alla difficoltà di definirne la natura, si afferma la necessità di un RISPETTO dello sconosciuto fondamento del nostro essere. In tempi ormai remotissimi potevamo indicare in questo “rispetto” la differenza tra civiltà e barbarie, magari nell’ignoranza che anche i cosiddetti “barbari” potevano avere un loro, differente dal nostro, concetto di sacro e una esperienza del mistero. Sotto il mantello del sacro erano protetti l’inerme, il bambino, la donna, il legame matrimoniale, i genitori, gli anziani, il viandante, ogni forma di debolezza, fino all’asilo accordato nel tempio, nel recinto del sacro, anche al reo inseguito dal desiderio di vendetta.
(S) Stai indicando esempi di diritto naturale, come si sarebbero chiamati in passato, ma come sia oggi il diritto è solo quello positivo. Il Papa può ben argomentare dell’equivalenza biologica tra feto e nato, gli si ribatte che l’aborto è un diritto della donna e grazie che non lo definiscono ‘sacrosanto’. Lasciami citare l’intervista di Elvira Serra sul corriere del 1.110 a Vittorio Feltri, che dice di se stesso: “non sono cattolico, non credo in Dio, non credo in niente.” Lei gli chiede dei figli ed insinua che per Fiorenza avessero pensato all’aborto. Feltri: “Poi mi sono rifiutato perché l’aborto è un infanticidio non punibile”. Serra insiste: “L’aborto è un diritto. Una donna deve poter scegliere”. Feltri: “Ma che scelta è? L’aborto non è un diritto, è una concessione cinica dello Stato”.
(C) Questo intendo per eclissi del sacro: un anziano non credente lo conserva, per qualsiasi giovane è molto evanescente, è sovrastato dal costume corrente.
(O) Il Papa ha anche denunciato che nella guerra in Terrasanta (uso questo termine per non incorrere in partigianeria, scegliendo tra Israele e Palestina) si è superato un limite: “Anche nella guerra c’ è una moralità da custodire: la guerra è immorale ma le regole di guerra indicano qualche moralità.” Ha parlato esplicitamente di proporzionalità nella risposta all’aggressione, ma credo pensasse non solo ad una proporzionalità ‘quantitativa’, ma specificamente all’uso di mezzi atti a colpire anche innocenti, Penso ai cercapersone esplodenti, ma agli stessi bombardamenti ‘mirati’ che poi finiscono per colpire anche tanti innocenti.
(C) In questo caso sia il senso del sacro sia il normale buon senso cozzano contro il machiavellismo che assicura che il fine giustifica i mezzi. Il paradosso è che sia lo Stato più teocratico al mondo l’Iran degli ayatollah, sia uno sicuramente democratico (ma con una componente al governo di stampo teocratico) come Israele, non solo dimentichino la sacralità delle persone non belligeranti, ma presentino la stessa guerra come voluta dal Dio in cui credono. Al contrario dell’intenzione di questa rubrica, che presenta il paradosso come il superamento di un’errata opinione comune, questa volta incontriamo una reale e insuperabile contraddizione. La cultura occidentale, laica e illuministica ha desacralizzato la guerra, ma senza rinunciarvi come strumento di potere, quelle d’impronta religiosa, ebraica o islamica, ne conservano un valore totalizzante e insieme dissacrano la persona. E non sono i soli, se Putin può contare sull’appoggio del suo patriarca e se anche il nuovo metropolita di Baku per la Chiesa ortodossa russa, Aleksij (Smirnov), ha imposto a tutti i sacerdoti la recita della preghiera per la vittoria della Russia nella guerra in Ucraina. Pena, in caso di rifiuto, la sospensione e la riduzione allo stato laicale, nonostante i fedeli siano cittadini dell’Azerbaigian, nazione che manterrebbe una posizione neutrale nei confronti della guerra.
(S) Poveri cattolici, sempre più isolati, tra atei ragionevoli e credenti che sbagliano.
(C) Penso invece, sebbene persino il Papa appaia isolato in una nazione cattolica, che siamo ricchi di un giudizio vero, ma che da questo dobbiamo far derivare uno spirito di carità e di comunione verso tutti, come appunto preghiamo per la pace a beneficio di tutti e non per la vittoria di una parte. Adempiano ad un dovere religioso, ma prima ancora ad un fatto che la ragione non può misconoscere quando continuiamo ad affermare l’incompiutezza di ogni ideologia e la necessità di aprirci a quell’OLTRE che solo può dare significato alle fatiche, ai dolori, alle contraddizioni del mondo.
(C) Costante (O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi
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