Il mese di settembre è stato una congiunzione astrale per i trasporti varesini: non solo per la celebrazione del centenario dell’A8, prima autostrada e pedaggio al mondo, ma anche per una serie di eventi. Come il varo della nuova flotta di autobus elettrici urbani, in parallelo con una, ancora più estesa, a Como. A Saronno ha preso le mosse un progetto sostenuto da Confindustria Varese e BusForFun di mobilià condivisa, particolarmente sentito dalle imprese locali, che vede un servizio di navette collegate alla stazione ferroviaria. A Varese. è partito un tour promosso dal Dopolavoro Ferroviario Nazionale i (90 mila iscritti: la più grande organizzazione italiana aziendale del tempo libero) per la presentazione di un delizioso libretto dall’esplicativo titolo “Il Treno alle porte del paradiso”, scritto da Pino Tuscano, presidente del
Dopolavoro, con i giornalisti Stefano Maggi e Fabrizio Barbaresi.
In precedenza addetto al coordinamento infrastrutture ferroviarie lombarde nel Gruppo FS, Tuscano è un vulcanico calabrese, trapiantato a Varese e “temporaneamente prestato” per ragioni di carica a Roma. Appassionato di musica, creatore di eventi culturali e sociali, non ha perso l’occasione alla presenza del sindaco Galimberti per spiegare come la ferrovia sia una componente essenziale nella storia di un Paese. Ce lo ricordano le canzoni presentate nel libro, da Elvis Presley a Bob Marley, da Battisti a Celentano, o ancora da Gaber a Bennato..
A concludere il “settembre in movimento” è arrivata la nomina del sindaco varesino Davide Galimberti ad Ambasciatore della Grande Milano nel Mondo, con esplicito riferimento alla collegabilità della metropoli con altri centri nell’arco di 60 minuti. Una notizia importante per Varese: non si può fermare l’attenzione ai soli collegamenti con Milano, pena il rischio di ruoli sempre più dipendenti e marginali per il territorio.
La materia non manca. Cominciamo da Varese: entro fine anno, ha detto intervenendo alla presentazione del citato tour editorial-canoro proprio Galimberti, sarà completato il grosso del “Progetto Stazioni”. Tuttavia va detto che questo modifica l’urbanistica e gli accessi pedonali, ma non sposta “di una traversina” l’infrastruttura dei binari e quindi la sostanza. Da anni si parla di interconnessione tra le reti FNM e RFI/FS, oggi separate da assi stradali e da un certo dislivello: non mancano anche i progetti cartografici sull’asse Belforte-Casbeno, compreso quello di un interramento dell’attuale stazione FNM sotto quella FS che sarebbe così unificata. Ci sarà mai qualcosa di concreto e, per cominciare, il PGT (Piano di Governo del Territorio) ne terrà conto? “Farà parte delle possibili integrazioni e osservazioni in questa fase finale di definizione” è la risposta da Palazzo Estense. Nei documenti preliminari non se ne parla.
Altro tema è il futuro della linea FNM tra Varese e Laveno Mombello. Un progetto nato in ambito Rotary prevede la netta separazione del servizio su questa tratta dalla Varese-Milano: al posto dell’attuale collegamento nascerebbe così un servizio tram-treno, con più stazioni e frequenze molto più elevate, senza che i ritardi di una tratta si ripercuotano anche sull’altra, amplificati dalla gestione a unico binario. Per inciso, di tram-treno si parla anche a Lugano, per meglio collegare la città con Malcantone e la Valle del Vedeggio. E di metrotramvia anche per la Como-Camerlata.
Ancora più ambizioso potrebbe essere il ripristino del collegamento tra Malnate e Como, dove pure da una decina d’anni giacciono progetti nei cassetti e secondo i sostenitori, più di quattro quinti del percorso dismesso negli anni ’60, sarebbero ancora facilmente accessibili, come illustra una dettagliata analisi quasi metro per metro. Per ora, a Como arriva da Varese col Tilo passando da Mendrisio-Chiasso, ma naturalmente restano tagliati fuori i popolosi comuni sull’asse Manate-Olgiate-Lurate. Si vedrà quali saranno le intenzioni di FNM che, intanto, sembra non avere pensare di raddoppiare la Varese-Malnate a binario singolo. La Regione affidò a FNM nel 2009 uno studio (140 mila euro) di fattibilità del raddoppio, che avrebbe compreso tre viadotti (Malnate, Gaggione, Vivirolo) e anche una nuova galleria, ma i costi sarebbero risultati eccessivi.
FNM sta invece provvedendo al raddoppio della tratta Cittiglio-Gemonio, lunga 2400 metri. L’opera, da 19 milioni di euro, è stata da poco affidata, e comprende anche interventi su stazioni, banchine e altre strutture. In parallelo, a Laveno, sono in corso da tempo i lunghi lavori in ambito Alptransit per la realizzazione dei sottopassi che porteranno all’eliminazione dei passaggi a livello. Niente di nuovo invece per l’interconnessione lavenese, tra la Gallarate-Luino (RFI) e la linea FNM con Varese. Morale: l’idea di un’ “insubria interconnessa” non manca di progetti ma ha ancora molto materiale su cui operare.
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