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L'intervista

UNA CITTÀ POSSIBILE

SANDRO FRIGERIO - 26/09/2024

perusinLa coincidenza non è voluta. Sulla provincia di Varese gli indicatori di Confindustria e di Camera di Commercio parlano di raffreddamento produttivo, le associazioni dei commercianti segnalano sempre lo spostamento dal commercio tradizionale a quello on line. Nelle ultime ore nubi si profilano anche sul polo di Cassinetta, che dal 1° aprile è passato da Whirlpool alla società con il marchio Beko per il 75 per cento della turca Arcelik. Che succede a Varese? Ivana Perusin, vicesindaca, assessora con deleghe “pesanti”, dall’economia a, turismo, al commercio non nasconde i problemi ma vede anche i segnali positivi. Ex manager internazionale proprio della Whirlpool, che nel 2016 aveva lasciato la sede europea di Comerio per trasferirsi a Milano-Pero, ha chiuso una carriera di alto profilo dopo quasi 20 anni per far fronte alla carica “a tempo pieno” a Palazzo Estense. Non nasconde la complessità della partita.

  • I segnali recenti non sono esattamente positivi. Troviamo qualche segno più

Comincerei con il turismo. L’anno di riferimento ora non è più il 2019, ultimo pre-pandemia, ma il 2023, che ha stabilito nuovi record. Anche il 2024 è partito bene, ma ha avuto un’estate critica per il meteo. Per inciso, quest’andamento non favorisce nemmeno il commercio e il settore abbigliamento-moda ne risente sul piano produttivo.

  • Qualche numero?

La città di Varese vede 350 mila presenze annue. Siamo una meta ambita al centro di una zona paesaggisticamente interessante, ma, accanto a questo, lo sport diviene sempre più un magnete e fattore di riequilibrio stagionale. Il canottaggio, per esempio, si conferma sempre più una leva anche d’immagine: In tutta la provincia genera 100 mila presenze, con squadre presenti tutto l’anno e alberghi oggetto di una forte domanda. E poi il ciclismo: l’edizione 2023 della Trevalli nei suoi tre giorni ha generato 38 mila presenze, mentre andiamo col Palazzo del ghiaccio verso le Olimpiadi di Milano-Cortina. Sempre più spesso c’è un tema di offerta,

  • Ci sono poche strutture di profilo elevato, diciamo quattro stelle.

Magari anche un cinque stelle ci starebbe. Le limitazioni dell’offerta hanno portato a una forte crescita dell’extra-alberghiero: lo dimostra anche l’interesse crescente delle manifestazioni rivolte agli operatori che abbiamo promosso o cui abbiamo collaborato.

  • Il commercio però è in sofferenza…

E una tendenza generalizzata. Le modalità d’acquisto sono notoriamente cambiate: online e grande distribuzione mettono in difficoltà i piccoli esercizi. In centro città abbiamo meno abbigliamento, mentre crescono le attività di bar e ristorazione e l’elettronica di consumo sposa le grandi superfici, mentre in periferia si assottiglia l’offerta di alimentari, di prodotti di tutti i giorni. Per questo stiamo sostenendo, anche con modifiche regolamentari, la diffusione del commercio ambulante, con orari e luoghi precisi nelle zone più esterne: da Masnago al Viale Aguggiari.

  • È stata regista dello spostamento del mercato. Ne avremo uno coperto?

È stato necessario per l’operazione-stazioni. Oggi il Mercato in piazza Repubblica piace al pubblico e agli operatori, inoltre nei giorni in cui è attivo qualifica la piazza e la rende più vivibile: anche i negozianti della zona ne hanno beneficio. Un mercato coperto? Piacerebbe anche a me, con le modalità odierne di vendita e consumo: è un’idea suggestiva, insieme con i progetti di recupero spazi urbani.

  • La “città allargata” ha perso negli anni le grandi aziende, spostate, cedute, ridimensionate. Confindustria sposterà la sua sede a Castellanza per realizzare un polo di innovazione… Anche l’andamento della popolazione ne ha risentito.

perusin-2Non penso che siano in vista grandi insediamenti, però c’è un tessuto di piccole e medie aziende vivo, anche nei settori emergenti. Lo spostamento di Confindustria era nelle cose, visto che a Castellanza c’è l’università sua espressione, anche se a Varese resterà un polo attivo. Posso assicurare che con le realtà aziendali e le associazioni del territorio, non solo cittadine, continuiamo a confrontarci. Quanto alla popolazione, ci sono segnali incoraggianti: nel primo semestre si è registrata un’inversione d tendenza, grazie a nuovi arrivi, che non sono solo immigrati, ma provenienti anche da altre province. La qualità della vita e l’ambiente sono buoni, i servizi nel complesso sono buoni e i prezzi immobiliari sono certo più bassi che a Milano, o Lugano. Inoltre pratiche come il telelavoro o il maggior tempo libero spingono a considerare luoghi come Varese fuori ma collegati con la grande città.

  • Abbiamo realtà radicate da tempo ma poco “visibili” come la Scuola Europea e il CCR di Ispra….

È vero. Varese è una città internazionale, gli studenti della scuola europea – non solo stranieri – sono oltre 1200 e poi c’è Ispra. Penso ci sia spazio per nuove collaborazioni. Così come con il Canton Ticino: siamo una realtà sempre più integrata, ma occorre lavorare insieme.

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