Guardavo il contrasto fra il rosso della divisa del Città di Varese calcio e il verde del prato del ‘Franco Ossola: sebbene il prato non fosse curato al top, e il verde lievemente stinto, l’unione dei due colori era ammirevole. E così mi pareva il bianco della divisa del giovane portiere Piras e l’erbetta masnaghese: un colpo d’occhio delicato e gradevole. Alzavo poi lo sguardo, e alla mia destra s’ingobbiva la terra prealpina nel Sacro Monte e nel Campo dei Fiori: uno spettacolo. Ampia premessa per dire, anzi invitare gli amanti del balùn a non disertare la nostra squadra cittadina, a tornare allo stadio, perché è tempo che si risalga in serie C, e l’apporto dei tifosi è importante. Già…ma che spettacolo si troverebbe davanti l’occupante di un posto in tribuna? Un Città di Varese da serie D, girone A, cioè quello che guarda soprattutto alla Liguria. Niente di eccezionale, dunque, ma la squadra è ben combinata e le ambizioni di salire di una categoria ci sono tutte. Nuovo allenatore (Roberto Floris), una compagine biancorossa profondamente rinnovata, un esordio di Coppa Italia (vittoria contro la Varesina) e di Campionato (2-2 a Voghera e vittoria per 2 a 0 contro l’Albenga) che sono un’alba se non radiosa almeno non troppo nuvolosa. Certo, le nuvole non mancano, alludo soprattutto al brutto infortunio del terzino Stefano Molinari, una garanzia che probabilmente dovrà stare in panca per tutta la stagione, ma all’ormai collaudato capitan Ferdinando Vitofrancesco, al bomber Stefano Banfi e a pochi altri ex, si sono aggiunte nuove pedine (alcune molto giovani ma promettenti) che regalano la tecnica e vieppiù l’esuberanza di chi deve farsi vedere, conoscere, apprezzare.
Guardavo dalla tribuna stampa, durante la vittoria contro l’Albenga, chi sedeva davanti a me sugli spalti: per lo più persone dai molti anni (tifosi che si sono innamorati ai tempi della serie A), qualche nipote insieme al nonno, qualche famiglia di ragazzi che militano nelle giovanili, atleti in erba con la tuta biancorossa. E in più i nerovestiti della Curva Nord (in maglietta nonostante un vento rabbioso) che, dopo l’obbligato digiuno dello scorso anno, sono tornati con le loro braccia alzate e i loro ritornelli. Troppo pochi. Sembra che gli abbonamenti per questa stagione stiano andando bene, ma vedo molti seggiolini vuoti. Certo, resta l’annosa questione del nuovo stadio, ci sono progetti ma sono in pochi a credere nella fattibilità di una struttura, che possa spianare il terreno a future promozioni e nuovi sponsor. Ora non è possibile utilizzare il settore Distinti, la situazione del fondo erboso è assai problematica; è un dettaglio, ma neppure sventolano le bandiere sui pennoni: certo, meglio nulla che degli stracci, come abbiamo visto in passato.
E concludo: dopo anni di quaresima, s’è interrotto il digiuno di gol per il Città di Varese, e si annuncia se non la Pasqua, almeno un lunedì dell’Angelo da serie C? Una città come Varese la merita, ma occorre che i varesini (ingiustamente definiti poco inclini alle spese) aprano la borsa e facciano tintinnare qualche euro.
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