Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

SPIONAGGIO

SERGIO REDAELLI - 20/09/2024

Il cardinal Angelo Becciu

Il cardinal Angelo Becciu

È una tipica spy-story all’italiana, anche se il sospetto che qualche 007 straniero ci abbia messo lo zampino esiste: una storia di servizi segreti non abbastanza segreti, di chat cancellate e di inspiegabili fughe di notizie, di vip dello sport, dello spettacolo e della politica spiati dal buco della serratura, di ministri che si sconfessano a vicenda e poi fanno dietrofront, di occhi misteriosi che scrutano i redditi, i dati anagrafici e quelli catastali dei broker e dei funzionari amministrativi del Vaticano coinvolti nel processo al cardinale Angelo Becciu. Da mesi l’oscura vicenda dei “dossieraggi” alimenta l’inchiesta coordinata dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone e tiene col fiato sospeso il governo. Al centro delle indagini ci sono il tenente della GdiF Pasquale Striano, all’epoca in servizio all’Antimafia, il magistrato Antonio Laudati e altre 15 persone sospettate di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreti.

L’inchiesta ha scoperto un “verminaio” (così l’ha definito Cantone) di cinquantamila accessi abusivi alle banche-dati riservate, di trentatremila files scaricati, di più di mille tra imprenditori, politici e vip finiti al centro di una gigantesca caccia alle informazioni private: tra questi i ministri Crosetto, Lollobrigida, Calderone, Pichetto Fratin, Urso, Valditara e personaggi vari da rotocalco come Fedez, Massimiliano Allegri e Ronaldo. A cui si aggiungono, come si diceva, alcuni protagonisti della vicenda giudiziaria che lo scorso anno ha messo a rumore la Santa Sede e cioè Cecilia Marogna, Raffaele Mincione, Gianluigi Torzi e Fabrizio Tirabassi, tutti condannati in primo grado nell’ambito del processo che ha inflitto al cardinale Becciu 5 anni e sei mesi per peculato e truffa aggravata.

Chi e perché aveva interesse a mettere il naso nella vita privata e nei redditi di tanta eterogenea umanità? L’indagine è nata a fine 2022 da un esposto del neo-ministro della Difesa Guido Crosetto che si è sentito spiato dopo la pubblicazione da parte di un giornale dei compensi ricevuti da Leonardo, il gruppo industriale che si occupa di aerospazio, per precedenti prestazioni professionali. Temendo altre fughe di notizie, il titolare della Difesa ha espresso dubbi al magistrato sulla riservatezza dell’Aise, l’Agenzia di controspionaggio, provocando la reazione del sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, con delega ai servizi segreti, che si è affrettato a confermare fiducia all’Aise definendola “competente e leale”.

L’opposizione ha subito attaccato denunciando il “grave scontro interno all’esecutivo” ma il ministro Crosetto ha spento le polemiche: la dichiarazione di Mantovano – ha dichiarato alla stampa – era concordata. La spiacevole querelle finirà ora davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che vuole visionare gli atti dell’inchiesta. Resta la domanda: chi ha chiesto all’ufficiale della Finanza di raccogliere informazioni sui ministri del governo e sui funzionari pontifici? Uno o più media come appare più probabile? I partiti? Un singolo committente o magari un’intelligence straniera? Crosetto ammette: “Non mi sentirei di escludere che da parte di Paesi stranieri possa essere stata effettuata un’attività di ricerca di informazioni”.

Insomma il mistero si fa sempre più fitto e l’ombra del complottismo, rilanciata dal caso Boccia-Sangiuliano e dall’allontanamento degli agenti di polizia dall’ufficio di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, si allunga sul governo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login