Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

IL PROBLEMA È L’UOMO

DINO AZZALIN - 13/09/2024

yalom“Tutti sono in movimento, sgambettano avanti e indietro tutto il giorno e per tutta la vita. A che scopo? Ricchezza, potere, fama? Piacere dei sensi? Di sicuro tali risultati derivano da propositi errati… Simili scopi sono dei generatori, ogni volta che viene raggiunto uno scopo ci si limita a generare bisogni aggiuntivi, quindi altro sgambettare, altro cercare, ad infinitum, pertanto il vero sentiero verso la felicità imperitura dev’essere altrove, è questo che penso e di cui scrivo”.

Questo è quanto scritto da Irvin D. Yalom in una delle prime pagine del suo libro dedicato all’approfondimento della filosofia di Baruch Spinoza, filosofo ebreo olandese vissuto a cavallo del 1600 ed espulso dalla comunità con un tremendo cherem, il più alto atto di censura della autorità ecclesiastica ebraica ad Amsterdam il 27 luglio 1656.

Nessuno può immaginare se la “fiction” narrativa corrispondesse alla ricerca storica dell’autore: certo è che tre secoli dopo la sua vicenda viene a incrociarsi con una curiosa analogia con il Nazismo e il suo ideatore, teorico, filosofo del Partito Nazista, Alfred Rosenberg. L’esordio del libro narra l’espulsione dalla scuola di Rosemberg per avere proferito violenti anatemi antisemiti in classe.

Oggi pare che come allora l’organo più usato dal genere umano sia l’indice puntato ad accusare sempre qualcuno e mai se stessi, ma se nel caso di Rosemberg era del tutto giustificato, non lo è certamente nei confronti di chi ha idee divergenti rispetto al potere dominante. E questo grazie alla lotta contro il Nazifascismo e alle proprie terribili congetture sulla razza. Il libro finisce su una confutazione storica di episodi avvenuti nel “Vecchio Testamento” da parte di Spinoza, secondo cui il dio dello sterminio, il dio della vendetta, non è mai esitito, e di conseguenza anche il popolo eletto non deve identificarsi nel popolo ebraico.

Quindi entrambi, Spinoza e Rosemberg, uniti dalla stessa sorte nella disputa sugli ebrei il primo, e nella sostanziale impossibilità di creare una razza eletta cioè quella ariana il secondo, quasi con la stessa cherem. Il primo morirà di tisi nel suo letto, Rosemberg invece verrà impiccato a Norimberga 1946 per essere stato l’ideatore del progetto “Soluzione finale” sullo sterminio degli ebrei nelle camere a gas. Lui gli ebrei, li avrebbe sterminati in altro modo, appendendoli ai lampioni di tutta Europa.

Il libro getta luce seppur nel contesto di una narrativa romanzata di due momenti tanto importanti quanto drammatici del pensiero filosofico moderno, che è anche quello attuale nello sterminio del popolo palestinese da parte degli ebrei e la politica sanguinaria di Hamas nei confronti di Israele. Nessuna razza, nessuna prevaricazione dell’uno contro l’altro e vale la pena di dirlo una volta in più: due popoli e due Stati, non certo due razze.

“Qual è l’idea di Platone se non riflettere sugli insegnamenti del suo maestro Socrate?” Ecco come Spinoza ci introduce alla lettura al suo naturalismo più radicale, cioè ideare una formula “magica” se non quella di raggiungere, enfatizzati a livello superiore, la conoscenza, la giustizia ed altre virtù. Nella loro forma più alta dal quale tutto il resto trae valore dobbiamo esperire la ragione e la conoscenza per seguire la via della felicità. Solo allora dice Platone siamo in grado di raggiungere l’eudaimonia, cioè lo stato più vero l’armonia dell’anima.

Aristotele studiò con Platone per quasi vent’anni, Spinoza ne fece tesoro di formazione formulando che questo stato di eudaimonia fosse una conseguenza naturale della ragione filosofica, che niente aveva a che fare con la cultura ebraica. Solo la Natura, con la legge dello scambio ci insegna che le piante da frutta non mangiano i propri frutti, né un fiume beve mai la propria acqua. La Natura ci insegna la legge del dono al servizio dell’uomo, con un marchio divino: noi cosa facciamo? La lapidiamo, la spremiamo, la distruggiamo, la cementifichiamo, la sfregiamo, a favore di un’era chiamata dell’ “Antropocene”, a favore dell'”unico” abitante della Terra: l’uomo…

Ma sappiamo che non sempre la ragione è al servizio dell’umanità, questo lo vediamo ormai tutti i giorni e ahimè il problema è solo l’uomo, che fa la guerra. A volte tagliamo alberi, uccidiamo animali, distruggiamo l’ambiente, per il nostro semplice egotismo, come se l’uomo fosse il popolo eletto da Dio, e quindi razza suprema. Solo la Pandemia ha reso evidente quanto ciò non sia vero.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login