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Opinioni

E SE?

ROBERTO MOLINARI - 13/09/2024

meloniE se non fosse solo fantapolitica?

Stendiamo un velo sul gossip estivo che, di giorno in giorno, ha i suoi continui aggiornamenti o le sue cadute di stile.

Non parliamo di Ministri indagati, falliti nell’attività imprenditoriale, né di chi deve andare in televisione umiliandosi (gogna maoista qualcuno l’ha definita) e palesando il “tradimento” coniugale e altre amenità.

Lasciamo tutto questo al divertimento estivo, a chi guarda dal buco della serratura, e copriamoci occhi e orecchie di fronte ad un palese e crescente dilettantismo di questi “nuovi” al potere. Immaginiamo. Immaginiamo la ripresa politica e giochiamo di fantasia.

Palesiamo il gravissimo errore di non aver sostenuto la Von der Leyen alla Presidenza della Commissione in Europa. In questa vicenda sono apparsi evidenti tutti i limiti della leader di FdI che, da un lato, ha giocato a rappresentare politicamente i “conservatori” nel tentativo di spostare l’asse politico europeo. Tentativo fallito e politicamente inadeguato fin dall’inizio. Dall’altro lato, poi, con i “consueti” toni pacati che la contraddistinguono, abbiamo visto la rivendicazione per l’Italia, Paese fondatore, di un ruolo di primo piano e di peso nella futura Commissione. Ma palesiamo anche il contrasto tra i due vice Tajani e Salvini.

Il primo, aderendo ai Popolari, ovviamente predicava moderazione e spingeva, senza risultato, affinché la Meloni sostenesse la Von der Leyen. L’altro, viceversa, non solo sfilava gruppi politici nazionalisti ai Conservatori per costituire un gruppo ultrasovranista e quindi ancora più a destra, ma “bombardava” quotidianamente in Italia l’uscente Presidente della Commissione attaccandola pesantemente per tutte le scelte compiute in questo mandato.

A questa situazione esterna si aggiungono i problemi nazionali. Il nuovo patto di stabilità firmato e concordato da Giorgetti con l’Europa che ci imporrà prossime finanziarie “lacrime e sangue”. La vicenda, anche in questo caso assolutamente ridicola, della mancata adesione al MES, altro elemento di criticità con l’Europa. Lo scontro con alcune Regioni, comprese quelle a guida centrodestra, sulla legge c.d. “Autonomia” del Ministro Calderoli. Le critiche sulla proposta di riforma costituzionale e il cosiddetto premierato. La vicenda Toti in Liguria e il voto anticipato per le regionali, in Liguria appunto e a seguire in Umbria e Emilia Romagna i cui risultati possono incidere e determinare nuovi scenari. La fuoriuscita del Ministro Fitto con il conseguente innalzamento delle rivendicazioni degli alleati per andare a coprire quel posto. Accanto a tutto questo dobbiamo registrare i continui richiami al presunto complotto, ai poteri forti che vogliono far cadere il Governo, che vogliono colpire la Meloni e i suoi affetti (la sua situazione familiare, la sorella, Lollobrigida etc, etc), le presunte indagini annunciate da giornali sostenitori del centrodestra e così via.

Aggiungerei, come elemento di ulteriore nervosismo meloniano, alcune uscite pubbliche della famiglia Berlusconi.

Ecco, tutte queste vicende mi portano a fare un po’ di fantapolitica. Mi portano a pensare che, se la situazione economica dovesse trascendere, al di là dei numeri che ci propinano in questi mesi e che però si prestano anche ad altre letture meno favorevoli al Governo, se appunto la situazione economica dovesse peggiorare, se la prossima finanziaria si mostrasse, come temiamo, l’ennesimo massacro per i nostri Comuni e il nostro welfare (leggi macelleria sociale), se dovesse aumentare il rischio spread, se le tensioni internazionali dovessero portare a scontri all’interno del Governo e a mettere in dubbio la fedeltà atlantica, se insomma tutte queste vicende si manifestassero in un crescendo unendosi poi ai limiti caratteriali di chi pensa di essere lì a fare la storia – ma forse non sa che la Storia è altro – beh, forse, se tutte queste situazioni si allineassero, forse, forse, allora la parabola discendente di questo Governo e della Meloni apparirebbe molto più vicina di quanto possa sembrare.

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