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Zic & Zac

STANCHEZZA EUROPEA

MARCO ZACCHERA - 19/07/2024

Bdownloadaci, abbracci, congratulazioni: la Metzola resta, l’Ursula pure e – avendo seri dubbi su possibili franchi tiratori in casa propria – ha imbarcato anche i Verdi. La Meloni si è messa ai margini anche perché – a quel punto – non contavano neppure più i voti dei Conservatori.

Mentre adesso Ursula von der Leyner è andata in vacanza e delle nomine nelle Commissione se ne parlerà a settembre, l’Europa ha fatto una ulteriore sterzata a sinistra e si è  “blindata ” per i prossimi anni.

Insomma l’esatto contrario di quanto era stato espresso dalle tendenze di voto il mese scorso in molti paesi, ma siccome la democrazia è fatta di maggioranza e – unendosi – ce l’hanno in mano popolari, socialisti, liberali e verdi meglio per loro arroccarsi nel fortino e ignorare chi dissente, ghettizzandolo e andando avanti così.

Tanto l’Europa è lontana e la gran parte dei media sono distratti o compiacenti: nessuno dei principali TG commentando il voto per il rinnovo della Presidente della Commissione ha per esempio accennato che solo poche ore prima la stessa Ursula Von der Leyen era stata censurata proprio dal Tribunale Europeo e una richiesta di rinvio avanzata dalla sinistra è stata respinta.

Nessuno se ne è adombrato, come se fosse cosa normale stipulare contratti “privati” per 2,7 miliardi di euro per comprare vaccini dalla Pfizer senza chiarirne prezzi e dettagli neppure ai deputati di Strasburgo. Se pensate che quel poveraccio di Toti sta bloccato in casa perché “forse” ha gestito in modo irregolare 50.000 euro è roba da dilettanti allo sbaraglio.

Tra l’altro – tornando ai pasticci della Von der Leyen – le spiegazioni giuridiche della sentenza di censura sono state così fumose e contorte che c’è sicuramente una “condanna di stile” ma in concreto nulla di più.

Avremo così una Commissione schierata, alla fine nel programma resta una preannunciata ancor più forte chiusura a Putin e  soprattutto tante, tantissime parole su green, migranti, Mediterraneo, agricoltori in piazza e perfino una commissione per gli affitti.

Vedremo quanto dalle parole si passerà al pratico ma – parliamoci chiaro – queste cose all’europeo medio interessano poco, anche perché tutti hanno capito che tanto a Bruxelles non cambia mai niente e nei decenni si è ormai formata una crosta burocratico-politica inossidabile ed auto-referenziata, bene attenta – prima di tutto – a difendere i propri interessi.

Vedremo comunque i primi 100 giorni che la Von der Leyen ha assicurato schioppettanti soprattutto in chiave green (altrimenti niente voti Verdi  a favore) e tutto quanto ne seguirà soprattutto se dall’altra parte dell’oceano Trump rilancerà l’industria americana e le produzioni energetiche fregandosene (come purtroppo in quasi tutto il resto del mondo) delle paturnie verdi europee, ma mettendo così in crisi interi comparti delle nostre produzioni industriali. Costeranno cari quei voti Verdi e secondo me bene ha fatto la Meloni a dissociarsi sottolineando che non è ghettizzando che si crea una “Unione” europea e rimanendo così fedele – pochi lo hanno ammesso – alla parola data ai propri elettori.

Giudicheremo il contentino che sarà concesso all’Italia, intanto Draghi pare completamente giubilato, Fitto prepara le valige in andata e Gentiloni quelle di ritorno, ma è roba da piccolo cabotaggio, nessuna navigazione oceanica.

Salvo che a novembre proprio da oltre oceano non suoni la sveglia ed è incredibile che chi vuole cambiare qualcosa in Europa debba sperare (o temere) in Trump, ma è la constatabile verità. Il vecchio Donald metterà in riga gli europei? Chissà, d’altronde manca poco per saperlo.

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