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Cultura

ADDIO A LIVIO GHIRINGHELLI

FRANCESCO BORRI - 19/07/2024

ghiringhelliÈ morto Livio Ghiringhelli, figura importante della varesinità. Docente, preside, studioso, scrittore. Tra le scuole da lui dirette, il Ferraris, il Manzoni, il Classico. Nell’istituto di via Dante è stato anche animatore dell’Associazione amici del liceo. RMFonline lo ha avuto tra i fondatori, sedici anni fa. Da allora in poi ha sempre fatto avere il suo prezioso, puntuale, qualificante contributo. Gliene siamo riconoscenti, esprimendo condoglianze affettuose ai familiari.

Qui di seguito l’ultimo suo articolo, dal titolo “Magister e minister”, pubblicato il 12 luglio scorso.

È indubbio che Cristo costituisca per la Chiesa da lui fondata un modello fondamentale d’esercizio dell’autorità. E gerarchia per componente principale si richiama a un principio (arché) e ad un primato di carattere sacro (hieròs). Matteo 7,28-29 ci attesta: “Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle rimasero stupite della sua dottrina: insegnava infatti come uno che ha autorità, non come i loro scribi”. E in Luca 4,32 troviamo :” Coloro che l’ascoltavano si meravigliavano del suo insegnamento, perché parlava con autorità”. Stupore e ammirazione sono da porre in relazione ad un potere che rimanda alla sostanza (ousìa) ed in più che in cento passi evangelici questa esclude senz’altro l’apparenza caratteristica degli intellettuali, dei maestri del tempo. L’autorità (v.il latino augere) è tipica di chi fa crescere il discepolo, il sottoposto, non in forza di un semplice comando o posizione apicale.

Come nella società anche nel campo dell’autorità ecclesiale, l’autorevolezza esige il primum della ricerca della verità (in assoluto questa ricerca approda in campo religioso alla trascendenza, al pensiero di Dio infinito ed eterno). Cristo la costituisce (Giovanni 14,6: Gesù dice a Tommaso “Io sono la via, la verità e la vita”. In seconda istanza si pone il requisito del bonum, della componente etica e Cristo nel giudicare offre l’esempio di una assoluta testimonianza del suo comportamento, oltre l’ipocrisia dei falsi maestri e il moralismo facile (è comprensivo, indulgente e insieme rigoroso, v. l’episodio dell’adultera, va e non più peccare). Accanto al bonum entra in campo la categoria del pulchrum. Etica ed etetica si intrecciano. Nel capitolo I della Genesi Dio vede in ogni realtà creata il buono ed il bello (in ebraico tob, con identica valenza). La forza del linguaggio di Cristo è straordinariamente performativa, come la reazione di interessato rigetto.

Nella Chiesa il vero responsabile di comunità deve essere quindi magister, maestro, padrone della situazione, ma nel contempo anche minister, mettendosi accanto a spalla di coloro che deve guidare con sicurezza esercitando anche il minus senza autoritarismo prevaricatore, evitando che il minus si renda segno di debolezza incapace di orientare il gregge. V. l’episodio dei figli di Zebedeo, per cui la madre richiede che siedano uno alla destra di Gesù e uno alla sua sinistra nel Regno. Indignazione degli altri dieci discepoli nel riguardo dei due fratelli. Risposta del maestro :”Voi sapete che i capi delle nazioni esercitano la loro signoria su di esse e i grandi sono quelli che fanno sentire su di esse la loro potenza. Non sarà così fra voi, ma chi fra voi vuol diventare grande, sarà vostro servo e chi fra voi vorrà essere al primo posto si farà vostro schiavo, come il Figlio dell’uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire e a dare la propria vita in riscatto di molti (Matteo, 20-28).

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