Dovendo trattare del Castello di Caidate e del parco che vi è attorno, ho cercato su internet e ho trovato ogni riferimento sul sito “Varese Do you Lake”. Ho trovato in questo la descrizione esatta del castello: “Decentrato rispetto al paese, oggi frazione di Sumirago, domina l’intera valle dell’Arno e venne costruito nel XIV secolo come dimora di svago per la caccia.
Ha struttura massiccia a pianta quadrilatera, cortile centrale e una torre robusta e quadrata sull’angolo che guarda verso la valle dell’Arno. Nel 1614 il castello passa alla famiglia Bigli, grazie al matrimonio dell’ultima Visconti di Caidate. Al ‘600 risalgono le prime trasformazioni che muteranno il castello in villa residenziale, conservando tuttavia alcuni aspetti esteriori delle antiche origini.
Il castello subì notevoli trasformazioni nel 1700 e nella seconda metà del 1800. Ha una struttura a pianta quadrilatera, cortile centrale e, sull’angolo che guarda verso la valle, una massiccia torre quadrata di origine tardo romana, che faceva parte del sistema difensivo lungo la fascia nord-occidentale delle Alpi. La facciata principale, esposta ad ovest, risale alla metà dell’Ottocento e si sviluppa su due piani fuori terra, trattati a pietra a vista.
Nel Parco, progettato a metà del XVIII secolo dall’architetto Balzaretto secondo la moda allora in voga del giardino all’inglese, sono presenti le cascine “Pianca”, “Villanova” ed “Ex Chinetti”, le cui linee architettoniche appaiono improntate alla massima semplicità e gli ambienti interni ad una estrema funzionalità, secondo lo spirito proprio dell’architettura rurale.
La proprietà, in origine alla famiglia Visconti, passò in eredità nel 1614 ai Bigli, conti di Saronno, per via del matrimonio di Baldassare Bigli con Giustina, figlia di Cesare Visconti e di Antonia Somaglia; nel 1775 l’ultima discendente della famiglia Bigli, Anna, sposò Eugenio Confalonieri Strattman e il castellò passò a questa casata, da cui discenderà Federico Confalonieri, il noto patriota milanese. Dal 1977 proprietari sono i conti Barbiano di Belgiojoso, avendola ereditata da Maria Confalonieri a seguito del matrimonio di Alberico Belgiojoso con Margherita Confalonieri.”
Quello che nel momento storico attuale si intende denunciare è che un Comune non può permettere che il suo territorio venga così sfregiato, come per un lungo tempo è stato.
Abbiamo la fortuna di avere paesaggi incantevoli che hanno ogni possibilità di poter attrarre turismo. Se un turista dovesse venire in questi luoghi e avere la sfortuna di accedere alle aree poco esterne al giardino patronale e vedere le sconcezze che denunciamo, certamente non verrà più da noi. Il Comune dovrebbe garantire la pulizia dei luoghi e, comunque, se non potesse farlo dovrebbe rivolgersi alla Regione o allo Stato, non certamente tollerare l’inciviltà e stare fermo. L’Ente pubblico competente dovrebbe garantire comunque un’informazione popolare estesa e fare attecchire il principio che scaricare abusivamente è un danno per la collettività che non deve più esserci.
You must be logged in to post a comment Login