Chi ha frequentato la foce del Giona per anni, godendo della bellezza del paesaggio che da Maccagno s’apre in alto verso la Val Veddasca e sul lago alla vista dei Castelli di Cannero, non ha dimenticato la complessa gestazione di un curioso edificio sovrastante le acque del fiume, che durò dal 1981 al ‘98. Ogni estate, appena il tempo lo consentiva, si ritornava là, erano appunto gli anni Ottanta, e si notava che qualcuno aveva aggiunto all’iniziale blocco un pezzo in più.
Così la curiosità invitava a frugare con lo sguardo, nello specchio dell’acqua e tra i sassi, per rubare possibili risposte a quello strano manufatto che pareva cavalcare indomito, seppur incompleto, la caduta a cascata del fiume. E ritornano di quei tempi le grida gioiose dei bambini sul greto del Giona. Un anno portammo anche la bassotta Dasy. E la riportammo altre volte: perché s’era subito innamorata dei riflessi bizzarri delle sue infinite orecchie penzoloni nell’acqua, tra i sassi e la sabbia, oltre che della vista dei piccoli pesci che la ingannavano, glissando tra gli spruzzi argentei.
Poi mancammo l’appuntamento. Le bambine erano cresciute, e una schiera di nuove case aveva rubato qualcosa al verde e al fascino selvaggio del posto. Ma se capitava di ritornare di quando in quando, per vizio o per passione, si intuiva sempre più che il sogno un po’ folle di chi aveva immaginato quell’edificio, arroccato tra acqua e cielo, non era andato deluso.
Diversi anni dopo, nel ’94, per l’ottantesimo compleanno del pittore Antime Parietti, marito della cara amica Gabriella Badi- uniti entrambi da una vita dedicata all’arte – capitò la fortuna di conoscere di persona anche lo stravagante e paziente sognatore; era Vittorio Giuseppe Parisi, nato a Maccagno nel 1915, amico di molti tra i migliori artisti contemporanei. Pittore, scultore e collezionista colto, cresciuto nel milieu artistico romano, era da anni ritornato nella piccola patria luinese coltivando con la consorte Wanda Valle il sogno di un Museo di Arte Contemporanea cui donare le tante opere (oltre 2.900) sue e collezionate. Chi lo ha conosciuto ricorda, oltre che la sua ottima arte, l’originalità, la passione e l’ironia dell’uomo. Il personaggio era di aspetto secco e statura bassa, la camminata segnata dal passo incerto, la voce ormai querula, condizionata dal trascorrere degli anni e dalla malattia incombente.
Ma si intuiva in lui al primo incontro un Grande, sicuramente. Non solo per l’entusiasmo e la competenza artistica, e i contatti avuti coi colleghi protagonisti dell’arte contemporanea (come Fiume, De Chirico, Balla, Guttuso, persino Picasso), ma anche per quella sua passione collezionistica dimostrata sempre.
L’opera immaginata da Parisi e dalla consorte Wanda Valle, e concretizzata dalla mano del noto architetto Maurizio Sacripanti- quest’ultimo poi premiato per l’ originale costruzione- è conosciuta ormai da anni come Museo Parisi Valle.
La recente inaugurazione della nuova rassegna ‘Valori Permanenti – Meraviglie dal Caveau del Museo’- che bissa una precedente mostra, sempre volta a svelare le tante meraviglie presenti- mette in risalto particolari lavori, come le sculture raffinate di mano dello stesso Parisi e notevoli pezzi della sezione archeologica da lui collezionati. Ne è curatore Federico Crimi, studioso colto e ottimo direttore. Ha ottenuto successo e gradimento anche la recente, importante mostra ‘Bernardino Luini: un ritorno’, rassegna che ha preso spunto (grazie anche alla collaborazione con Gabriella Badi) da una Madonna del latte del Luini del 1512-15 (courtesy Romigioli antichità, Legnano) per raccontare la storia del grande artista di cui poco s’era indagato nel territorio.
La voglia di valorizzare il patrimonio locale, non certo secondario, offre ora anche la possibilità di riabbracciare il personaggio e l’artista Parisi nella sua poliedricità. Federico Crimi, anche lui figlio del Lago Maggiore, storico e scrittore, è del resto appassionato studioso e raffinato conoscitore del territorio e dei suoi protagonisti. Dello stesso Piero Chiara ha dato dimostrazione recente nel libro, scritto con Francesca Boldrini, “ Il limone della vita” (RMFonline, 24.03.2023).
Già impegnato in passato a Palazzo Verbania di Luino in anni di ottime mostre, Crimi e l’amministrazione locale stanno da tempo cercando di far pienamente emergere i tesori del museo di Maccagno intrecciando nuovi rapporti di ricerca.
Che si allargano fino all’Università degli Studi di Milano, facoltà di Archeologia, interessata allo studio del patrimonio storico archeologico raccolto da Parisi e custodito nel magico edificio di Sacripanti.
La mostra in corso a Maccagno ‘Valori Permanenti. Meraviglie dal caveau’, in via Leopoldo Giampaolo è visitabile fino al 27 ottobre 2024.
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