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Editoriale

PAUSA

Don ERMINIO VILLA - 19/07/2024

PausaCamminare è la nostra vocazione su questa terra: siamo tutti viandanti in cerca di una patria, figli che tornano alla casa del Padre, pellegrini sulle tracce del Dio invisibile… Secondo la tradizione orientale ci sono modi diversi di muoversi: i mercanti viaggiano coi piedi, i sapienti camminano con gli occhi, i pellegrini avanzano col cuore, pur spostandosi coi piedi e con gli occhi aperti.

Gesù, che era sapiente, ha educato i suoi camminando con loro, investendoli poi della responsabilità di “andare in tutto il mondo” per “annunciare il suo Vangelo ad ogni creatura”, perché la fede è un bene che si consolida diffondendolo.

Quando si cammina non si guarda tanto a se stesso, perché chiunque ti capita accanto è un “compagno di viaggio” con cui condividere la vita, nelle sue componenti gioiose e tristi.

Nel percorrere un cammino comune – specie se con tratti di strada in salita – si dicono parole misurate, ma si compiono gesti cordiali; si parla e si ascolta; si dà e si riceve; si portano i pesi e si sopportano gli imprevisti… Lungo la strada poi ci si perde ad ascoltare la voce del vento, ci si rallegra del sole che scalda o dell’ombra che protegge e, condividendo un sorso d’acqua, si riscoprono umiltà e cortesia.

Abbiamo perso, nel mondo tutto frenesia ed efficienza, la capacità di contemplare la natura, di meravigliarci della bellezza del creato e della forza dell’amore di cui il Creatore ci ha fatto ricchi. Ecco perché sono attese e benedette le vacanze!

Dovunque andiamo, imparariamo a guardare con occhi nuovi le cose di ogni giorno, che rischiano di diventare scontate e insignificanti. Ma che senza senso non sono di certo.

L’esperienza del turista, e ancor più del pellegrino, entra a contatto con un contesto che non gli è abituale. Ma proprio grazie a questo può riscoprire – non senza qualche meraviglia – la varietà del canto degli uccelli, la voce sommessa o forte del vento, la musicalità nello scroscio delle acque, insieme alla sorpresa di incontri casuali con compagni di strada con cui è facile fraternizzare.

Se riuscissimo ad immergerci, nel tempo estivo, in un mondo diverso – più arioso, luminoso, pacifico – saremmo più rilassati interiormente, pronti a riprendere con lena i ritmi consueti ed a spenderci con generosità.

La fede – si legge al n. 56 della “Lumen fidei”, scritta insieme dai Papi Benedetto e Francesco – nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci fa rispettare maggiormente la natura, facendoci riconoscere in essa la grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata, perché sia coltivata e custodita; ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono, di cui tutti siamo debitori”.

Le “pause dello spirito” servono a rimotivarci dentro, come a ricaricarci nel fisico e nel morale. È l’augurio che formulo per questa estate, dovunque si viva la vacanza.

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